Cells at Work! di Takeuchi Hideki

CELLS AT WORK! DI TAKEUCHI HIDEKI

L’unione fa la forza: tutti devono contribuire secondo le loro possibilità e al loro meglio. Questo è il messaggio edificante che Takeuchi Hideki trasmette con Cells at Work!, trasposizione in live-action dell’omonimo manga (e poi anime) ideato dall’estro creativo della mangaka Akane Shimizu. Una storia che celebra le prodezze, date troppe volte per scontate, che il corpo umano è in grado di realizzare.

In competizione alla ventisettesima edizione del Far East Film Festival di Udine, Cells at Work! trasporta il pubblico nella vita e dentro il corpo di Niko (Ashida Mana). Orfana di madre, la ragazza vive la sua normale vita di studentessa, adolescente innamorata e figlia in apprensione per il padre. E se allora fosse più interessante ciò che accade all’interno del corpo di Niko? Trentasette trilioni di cellule, infatti, sono al lavoro per mantenere all’erta le difese immunitarie e far fronte agli sbalzi emotivi.

Takeuchi Hideki sfrutta al meglio la materia di partenza, resa effervescente da un taglio registico originale e dal ritmo divertito. La maestria con cui il regista dosa e unisce comicità delirante, momenti d’azione adrenalinici e pathos drammatico rende la fruizione della pellicola un divertissement complesso e stratificato. Nonostante la leggerezza di superficie e l’umorismo disincantato che permea tutto il tessuto narrativo, infatti, il racconto non manca di porre l’attenzione su aspetti e tematiche d’attualità, come la vita collettiva e lavorativa. Il motore dell’empatia di Cells at Work! è costituito dalla coppia protagonista: le cellule globulo rosso AE3803 (Nagano Mei) e globulo bianco U-1146 (Satoh Takeru), rappresentazioni stereotipate autocritiche e autoironiche, che riportando in scena la comicità slapstick del cinema muto.

Cells at Work! (2024) di Takeuchi Hideki

Il film – campione di incassi in patria – mostra tutta la sua spettacolarità nell’uso di una CGI brillante e colorata – degna di un vero e proprio parco giochi – che, pur supportando la costruzione del mondo interessato, non ostacola l’uso di trucchi ed effetti artigianali che esaltano le potenzialità a loro volta spettacolari dell’azione e delle scene di combattimento.

Cells at Work! non è soltanto un caleidoscopio fumettistico e folle, ma nella sua consapevole autoironia si propone come opera educativa (sulla scia di Siamo fatti così – Esplorando il corpo umano) e di velata critica sociale.

Alessandra Sottini.

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