Operation Avalanche si apre come un mockumentary in found footage ad ampie tinte comiche, per poi mutare rapidamente in un thriller molto coinvolgente. È proprio questa mescolanza di generi a rendere il film interessante, nonché ricco di colpi di scena.
Matt Johnson, regista e protagonista, nonostante sia al suo secondo lungometraggio, si dimostra padrone di più generi. La popolare “teoria del complotto” sul falso allunaggio, si fa largo all’interno di una trama che non lascia nulla al caso. Due giovani agenti della CIA infiltrati alla Nasa per scovare una spia russa, scoprono i ritardi del progetto Apollo. L’ambizione è il motore narrativo che spinge il protagonista a superare i limiti e a infrangere le regole pur di inseguire il potere.
La fotografia, i costumi e la colonna sonora ridotta all’osso proiettano lo spettatore all’interno degli anni ’60. Le citazioni di Kubrick 2001: Odissea nello spazio e di Méliès Voyage dans la Lune fanno da contorno ad una pellicola che complessivamente riesce a far ridere e al contempo tenere col fiato sospeso lo spettatore.
Al termine del film la domanda sorge spontanea, l’allunaggio del 1969 è una montatura?