“CELLS AT WORK!” DI TAKEUCHI HIDEKI

L’unione fa la forza: tutti devono contribuire secondo le loro possibilità e al loro meglio. Questo è il messaggio edificante che Takeuchi Hideki trasmette con Cells at Work!, trasposizione in live-action dell’omonimo manga (e poi anime) ideato dall’estro creativo della mangaka Akane Shimizu. Una storia che celebra le prodezze, date troppe volte per scontate, che il corpo umano è in grado di realizzare.

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“IL CODICE DEL BOSCO” DI ALESSANDRO BERNARD, PAOLO CERETTI

“Il nostro lavoro è vedere cose che non ci sono”, dice l’ecologa Monica Gagliano al suo collaboratore Alessandro Chiolerio. I due si trovano sulle alture della Val di Fiemme qualche anno dopo la tempesta Vaia del 2016: il loro obiettivo è utilizzare le tecniche della bioacustica per captare ciò che è rimasto impresso nella “memoria” dei boschi delle Dolomiti a seguito del disastro ambientale. Impresa non facile, visto che gli alberi stanno cominciando a morire a causa di un’epidemia di bostrico, un insetto appartenente alla famiglia dei coleotteri e “specializzato” nel consumare l’abete rosso, ovvero l’albero scelto per la monocoltura della zona in cui i due scienziati stanno facendo ricerca. È solo questione di tempo prima che gli operatori della guardia forestale raggiungano il sito per abbattere gli abeti oggetto dello studio di Gagliano e Chiolerio.

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“THE NEW JEWS” DI AMIR OVADIA STEKLOV

“A Berlino nessuno chiede ‘da dove vieni?’, ma ‘quale paese ti ha tradito?’”. The New Jews – presentato allo scorso Festival di Rotterdam e in Italia al Lovers Film Festival – racconta l’esperienza di diversi ebrei israeliani fuggiti dal proprio paese, un esodo motivato dal desiderio di prendere le distanze dal governo sionista per cercare rifugio a Berlino.

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“QUIR” DI NICOLA BELLUCCI

Quir si apre sulle tombe di un cimitero, un po’ come Volver. Ma, a differenza del film di Almodovar, qui siamo di fronte a una tragica storia vera di cui leggiamo i nomi: Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, brutalmente assassinati a Giarre il 31 ottobre 1980, solo perché erano due “ziti” (fidanzati).

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“LAKEVIEW” DI TARA THORNE

Secondo lungometraggio della regista canadese Tara Thorne, Lakeview si presenta nella categoria All The Lovers del 40° Lovers Film Festival come un soffio d’aria fresca. Con un cast tutto al femminile e un’atmosfera dramedy ben costruita, il film si distingue facendo del suo punto di forza una rappresentazione queer, e in particolare lesbica, che semplicemente esiste e si lascia guardare.

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“QUEERPANORAMA” DI JUN LI

Il nastro di Möbius è una particolare superficie con una sola faccia. Come già lo era Strade perdute di David Lynch, Queerpanorama – presentato allo scorso Festival di Berlino – è un’applicazione labirintica di questo principio matematico sull’infinitezza, in cui tutto si ripete, ma non ciclicamente, senza una netta distinzione tra il prima e il dopo, il passato e il presente, l’inizio e la fine.

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“N-EGO”, BY ELEONORA DANCO

Article by Nicolò Cifarelli

Translation by Linh Carrara

The cold afternoon sun illuminates the pulsating arteries of Rome: in this body, instead of red blood cells, people flow, each with their own past, experiences and aspirations.

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“N-EGO” DI ELEONORA DANCO

Il sole freddo del pomeriggio illumina le arterie pulsanti di Roma: in questo corpo, al posto dei globuli rossi, scorrono le persone, ciascuna con il proprio vissuto, le proprie esperienze e aspirazioni.

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“LE RETOUR DU PROJECTIONNISTE” BY ORKHAN AGHAZADEH

Article by Ludovico Franco

Translation by Martina Marino

In the opening lines of Swann’s Way (or The Way by Swann’s), Marcel Proust remembers how, as a child, he loved watching the images projected by the magic lantern: out-and-out apparitions that told stories, like a wavering and ephemeral glass wall. On a foggy hilltop near the border with Iran, the silhouettes of a man and a boy on horseback stand out: the young boy is checking a laptop screen, trying to connect to the internet to purchase the necessary equipment to revive an old analog projector, unearthed by a former projectionist from the USSR. However, the essential element needed to make the magic lantern work is missing: the light, provided by a simple yet elusive lightbulb.

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“LE RETOUR DU PROJECTIONNISTE” DI ORKHAN AGHAZADEH

Nell’incipit della Strada di Swann, Marcel Proust ricorda come da piccolo amasse osservare le immagini proiettate dalla lanterna magica: vere e proprie apparizioni che raccontavano leggende, come in una vetrata vacillante e passeggera. Su un’altura avvolta nella nebbia al confine con l’Iran, si distinguono le silhouettes di un uomo e un ragazzo a cavallo: il giovane controlla lo schermo di un computer portatile, nel tentativo di connettersi alla rete internet e acquistare l’occorrente per riportare in vita un vecchio proiettore analogico, rispolverato da un ex proiezionista dell’URSS. Manca però l’elemento imprescindibile per far funzionare la lanterna magica: la luce, data da una semplice eppure introvabile lampadina.

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“MADAME IDA”, BY JACOB MØLLER

Article by Francesca Strangis

Translation by Federica Lozito

What would one sacrifice for a few crumbs of love after a lifetime of starvation? Perhaps even one’s own freedom. Madame Ida investigates the consequences of lack of love through a tale steeped in tragedy and rich with symbolism.

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“MADAME IDA” DI JACOB MØLLER

Che cosa si può arrivare a sacrificare per ottenere qualche briciola d’amore dopo una vita di fame? Forse persino la propria libertà. Madame Ida indaga le conseguenze della mancanza d’amore attraverso un racconto dal respiro tragico, denso di simbolismi.

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“HO VISTO UN RE”, BY GIORGIA FARINA

Article by Silvia De Gattis

Translation by Giuditta Portaro

The life of little Emilio (Marco Fiore) moves between two different dimensions: on one hand, the concrete everyday life of a child in Fascist Italy in 1936; on the other, the adventures experienced by his hero, Sandokan, in the books his uncle gives him. But what happens when these two dimensions intertwine?

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“HO VISTO UN RE” DI GIORGIA FARINA

La vita del piccolo Emilio (Marco Fiore) si muove tra due dimensioni differenti: da una parte, la concreta quotidianità di un bambino nell’Italia fascista del 1936; dall’altra, le avventure vissute dal suo eroe, Sandokan, tra i libri che gli regala suo zio. Ma cosa succede quando queste due dimensioni si intrecciano?

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“THE SHEPHERD”, BY YUFEI ZHAO

Article by Orazio Oztas

Translation by Federica Lozito

“…(the nuns) taught us there are two ways through life: the way of Nature and the way of Grace. You have to choose which one you’ll follow.” This quote from Terrence Malick’s The Tree of Life could limpidly sum up the story of the shepherd Zhenping, the protagonist of the documentary The Shepherd, if the word “grace” were replaced with the word “love.”

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“THE SHEPHERD” DI YUFEI ZHAO

“… ci hanno insegnato che esistono due vie per attraversare la vita, la via della Natura e la via della Grazia. Tu devi scegliere quale via seguire”. Questa citazione da The Tree of Life di Terrence Malick potrebbe riassumere limpidamente la storia del pastore Zhenping, protagonista del documentario The Shepherd, se al posto della parola “grazia” si sostituisse il termine “amore”.

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“I’M NOT EVERYTHING I WANT TO BE”, BY KLÁRA TASOVSKÁ 

Article by Giorgia Andrea Bergamasco

Translation by Vittorio Cavalli

I’m Not Everything I Want to Be is a biographical documentary in the second level: through the overlap of an extensive photographic archive and meticulously written personal diaries, the film retraces, step by step, from 1986 to the present day, the unceasing search for identity by Czech photographer Libuše Jarcovjáková.

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“I’M NOT EVERYTHING I WANT TO BE” DI KLÁRA TASOVSKÁ 

I’m Not Everything I Want to Be è un documentario biografico al quadrato: nella sovrapposizione di uno sconfinato repertorio fotografico e di diari personali minuziosamente redatti, il film ripercorre, tappa dopo tappa, dal 1986 a oggi, l’incessante ricerca identitaria della fotografa ceca Libuše Jarcovjáková. 

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“A MAN IMAGINED”, BY MELANIE SHATZKY, BRIAN M. CASSIDY

Article by Carlotta Profico

Translation by Martina Marino

A Man Imagined is an intimate and painful portrait of Lloyd, a homeless man with schizophrenia, who recounts his life from his childhood, moving between reality and imagination.

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“A MAN IMAGINED” DI MELANIE SHATZKY, BRIAN M. CASSIDY

A Man Imagined è un ritratto intimo e doloroso di Lloyd, clochard affetto da schizofrenia, che tra realtà e immaginazione racconta la propria vita fin dall’infanzia.

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Il magazine delle studentesse e degli studenti del Dams/Cam di Torino