Martedì 18 maggio è stata presentata l’istallazione multimediale Voci dall’Universo, visitabile gratuitamente dal pubblico nel cortile del Rettorato dell’Università di Torino fino al 7 giugno. Per l’occasione gli ideatori dell’opera, Davide Livermore e Paolo Gep Cucco, hanno tenuto una lezione presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale, che si è rivelata una profonda riflessione sulla loro carriera, sulla loro poetica e su alcuni temi di attualità.
Livermore, attuale direttore del Teatro Nazionale di Genova, e Cucco, direttore creativo di D-work, definiscono il loro lavoro «entertainment design», nella convinzione che ogni genere di spettacolo teatrale, dall’opera alla prosa, sia una summa di tutte le arti; l’espressione anglofona, infatti, restituisce al meglio il concetto di multidisciplinarietà che contraddistingue la loro collaborazione. Il palcoscenico rappresenta per loro il luogo di sperimentazione per eccellenza e i due artisti sono conosciuti in tutto il mondo per l’esplorazione di varie tecnologie di allestimento; grazie all’uso di pannelli LED, ad esempio, hanno integrato frammenti cinematografici e significative ambientazioni paesaggistiche nella messa in scena di opere liriche. Il loro intento primario è offrire una nuova e coinvolgente esperienza di fruizione di opere liriche come La Bohème di Puccini, Otello e Aida di Verdi, immettendo una forte componente di spettacolarità. L’impiego della tecnologia, del resto, non sconvolge l’obiettivo fondamentale di raccontare una storia e restituirne l’ambientazione, a partire dalla premessa che testi, parole e concetti legati al passato rimangono attuali attraverso un’adeguata traduzione; e, nel loro caso, la traduzione è di tipo prettamente visivo. La ricerca tecnologica, quindi, implica mettere al servizio di un libretto, di una partitura o di una sceneggiatura, strumenti poco impiegati in teatro, perciò innovativi e di grande impatto sul pubblico.
L’istallazione Voci dall’Universo è stata ideata durante la pandemia e pone al centro la sinergia tra contenuti e presenza interattiva del pubblico. Livermore e Cucco hanno coinvolto alcuni studenti dell’Università di Torino, che hanno selezionato testi e pensieri di diversa origine (ad esempio Beatles, Modugno, Buzzati); questi brani, poi, sono stati recitati dagli allievi della Scuola di recitazione del Teatro Nazionale di Genova Mariangela Melato. L’istallazione consiste in uno schermo LED che riproduce i filmati delle performance degli attori, disturbati visivamente e acusticamente da suoni e continue interruzioni. Per poter disattivare le interferenze e fruire integralmente dei video è necessario scansionare un QR Code e collaborare in gruppi di quattro persone, rispondendo collettivamente a domande di cultura generale.
Il risultato è l’unione di tecnologia e cultura, in una pluralità di linguaggi e forme che danno vita alla multimedialità già sperimentata da diverso tempo da Livermore e Cucco. La necessità di collaborare per poter risolvere un problema è più che mai attuale e inaugura, proprio all’interno dell’Università, un graduale ritorno al contatto.
Laura Anania