Quando si parla di cinema a Torino c’è un nome che ritorna spesso: Lorenzo Ventavoli. Siamo abituati a parlare di registi, di attori, di produttori, mentre si parla molto meno di esercenti e pionieri nella divulgazione delle opere cinematografiche. Lorenzo Ventavoli è uno di questi, una figura poliedrica fondamentale per il cinema a Torino e in Italia, e che per questo è stato premiato il 23 novembre dall’Associazione Museo del Cinema con un premio alla carriera Maria Adriana Prolo.
Lorenzo Ventavoli è uno degli esercenti più importanti della città sin dal 1948, quando prese in gestione lo storico Cinema Romano nella Galleria Subalpina, il primo cinema d’essai d’Italia. La sala è stata solo l’inizio, poiché Ventavoli è stato co-fondatore della casa di produzione e distribuzione Medusa film, fondatore della NIP (Noleggio Indipendente Piemonte) e direttore del Museo del Cinema dal 1984 al 1989, anni in cui contribuì a riaprire il Cinema Massimo e a fondare il Festival Cinema Giovani, che è oggi il Torino Film Festival. Insomma dietro a tante delle ricchezze “cinematografiche” della città ci sono il suo lavoro e impegno, alimentati da una grandissima passione.
In quest’uomo distinto si cela una vita ricca di avventure, intuizioni, progetti e soprattutto tante relazioni, che sono state parte della emozionante cerimonia di premiazione.
Come studentessa di cinema penso sia interessante cercare di capire quali sono gli elementi che hanno reso Ventavoli un imprenditore colto e attento, capace di percepire il suo tempo e a volte precorrerlo.
Il primo dato da segnalare è che Ventavoli è cresciuto in una famiglia di esercenti, ma ha anche lavorato anche come attore, produttore e sceneggiatore, conoscendo tanti aspetti diversi del cinema.
Inoltre ha viaggiato molto, intrattenendo soprattutto rapporti con le realtà francesi, confrontandosi con modalità diverse di gestione e con innovazioni quali le multisala, il cui primo esempio italiano è da ricondurre proprio a Ventavoli. Essere aperti e proattivi verso il cambiamento è stata la chiave per garantire una lunga storia, viva tutt’oggi nei tre cinema del suo circuito a Torino, il Romano, il Nazionale e l’Eliseo.
Ventavoli ha sempre cercato di proporre un’offerta adatta per il suo pubblico, con cui si è sempre confrontato: non era difficile trovarlo intento a strappare i biglietti all’ingresso della sala, un modo per parlare direttamente con gli spettatori e capire cosa stessero cercando, rendendosi sempre disponibile ad ascoltare. La sua disponibilità ed eleganza sono ricordati da tutti, colleghi, amici, ospiti illustri come Nanni Moretti, tutti affascinati dalla sua umiltà e competenza, dal suo essere esperto imprenditore ma anche fine intellettuale.
Ventavoli è anche un uomo attento alla storia, come espresso anche dalla scelta del film da proiettare a seguito della sua cerimonia di premiazione. Si tratta di Troppo tardi t’ho conosciuta, un film del 1940 recuperato da lui in persona. Questo film è l’opera unica di Emanuele Caracciolo, che divenne partigiano e fu fucilato alle Fosse Ardeatine nel 1944. Mentre introduceva il film, Ventavoli si è soffermato su questo dato, sottolineando l’importanza della memoria storica, cinematografica e non. Con poche parole è riuscito a suggerirci come bisogna guardare al mondo nella sua interezza e dare al cinema la sua collocazione nella nostra storia.
E’ decisamente complesso riassumere le tante storie, ricordi e conquiste di un uomo in poche righe, ma questo premio è una occasione per tornare ad accendere un riflettore su quelle persone che con umana semplicità hanno contribuito al ricco panorama cinematografico delle nostre città.
Qui potete vedere il poetico saluto di Nanni Moretti a Lorenzo Ventavoli, su La Stampa.
Arianna Vietina