Giovedì 26 Novembre sono stati accolti in Conferenza stampa Ross Partridge e Jennifer Lafleur, regista e produttrice del film Lamb, presentato nella sezione Festa Mobile del 33° Torino Film Festival.
Ross e Lafleur hanno innanzitutto parlato della difficoltà di trovare finanziamenti per un film così particolare e con un tema così difficile. Ross Partridge, che è anche l’attore protagonista, afferma che si tratta di una piccola produzione indipendente frutto del lavoro di un solo gruppo di produttori, tra i quali figura Jennifer Lafleur.
Successivamente è stato affrontato il problema della ricerca della ragazzina adatta per l’interpretazione dell’undicenne Tommie: è stato molto difficile, sono stati effettuati numerosi casting e il regista si è dichiarato pronto ad abbandonare il progetto qualora la ragazza giusta non fosse stata trovata; ma la tredicenne Oona Laurence si è rivelata perfetta. L’intento è stato quello di rimanere il più fedeli possibile al romanzo di Bonnie Nadzam dal quale il film è tratto; avendo un budget limitato vi sono state delle restrizioni e per tradurre il linguaggio letterario in immagini alcuni passaggi molto poetici del libro sono stati ridotti e condensati mostrando paesaggi che riuscissero a trasmettere le stesse emozioni. Ma il sentimento tra l’uomo e la bambina mostrato nel film è esattamente lo stesso descritto nel romanzo, nessuno sviluppo narrativo è stato omesso o tagliato rispetto al libro.
Un aspetto importante del film è l’ambiguità del rapporto tra i due protagonisti. Essi vengono presentati senza alcun pregiudizio, cercando di non fornire allo spettatore indicazioni precise sul rapporto tra i due. Così il pubblico viene messo in una condizione di disagio perché si lascia nell’ambiguità il senso di questa relazione: il protagonista cerca di diventare quello che purtroppo non riesce ad essere e fa il possibile per mantenere un comportamento eticamente corretto nonostante l’amore per la bambina.
Solitamente quando i film americani sono ambientati nell’Ovest abbondano i bellissimi paesaggi; in Lamb avviene il contrario, in quanto più il viaggio va avanti e più le inquadrature si chiudono sui due protagonisti, per permettere allo spettatore di concentrarsi sulla “bolla” che si forma intorno a loro. David e Tommie, attraverso l’isolamento, entrano in una dimensione che lascia fuori tutto ciò che avviene nel mondo esterno.
Una sequenza in particolare risulta molto difficile da guardare: si tratta del momento in cui David vuole fare il bagno a Tommie. Ross Partridge racconta che è stata una scena complicata da girare, non tanto per colpa di Oona Laurence, perché lui stesso ha avuto difficoltà per riuscire a esprimere, nel ruolo del protagonista, l’imbarazzo di un uomo che non sa quali siano i suoi compiti né sa come comportarsi con una bambina di quell’età. Oona Laurence è stata molto brava nella sua interpretazione, dimostrando di saper essere bambina e adulta al contempo.
In chiusura si è parlato dei progetti futuri di Partridge: la lavorazione del film è stata piuttosto rapida (è stato girato infatti in diciotto mesi) ed è ancora in corso la sua promozione. L’autrice del romanzo Lamb, Bonnie Nadzam, sta scrivendo un nuovo libro ambientato nel futuro dal quale il regista intende trarre una nuova sceneggiatura; egli nel frattempo è impegnato come attore in nuova serie Netflix, e dichiara di voler continuare entrambe le carriere.