Ci sono autori come Wim Wenders, David Lynch, i fratelli Coen, che con i loro film hanno mostrato un’America diversa dall’immaginario classico delle grandi città o delle palme hollywoodiane, un’America profonda, fatta di grandi distanze e grandi diversità.
In linea con la concezione di tali autori è l’opera prima del regista e fotografo Stefano Galli, Lamerica, un documentario on the road in 16mm che ci porta nel cuore di questo continente, ancora poco conosciuto a noi d’oltreoceano.
Galli ha attraversato con la sua auto e una cinepresa gran parte degli Stati Uniti: North Dakota, South Dakota, Minnesota, Wisconsin, Iowa, Nebraska, Illinois, Tennessee, Alabama, Mississipi, Louisiana,Texas, e altri ancora, offrendoci belle inquadrature di lunghissime strade sempre dritte in mezzo al nulla, segno di una vastità di spazi che in Europa non siamo abituati vedere.
Ma lo sguardo del giovane regista, ispirato anche dal lavoro del fotografo August Sander, si rivolge di preferenza alle persone che abitano questi luoghi con lo sguardo da antropologo. Sono loro, le persone incontrate lungo la strada, i protagonisti del film; Galli li inquadrandoli frontalmente e lascia loro piena libertà di dire e fare ciò che vogliono, senza fornire né indicazioni né restrizioni. C’è chi si accende una sigaretta e la fuma in silenzio, chi racconta la sua storia, chi descrive il suo paese. Pescatori, cowboys, motociclisti, poliziotti sono immersi nei loro ambienti quotidiani. Personaggi e luoghi reali riportano alla mente molti film, dai luoghi desolati di Paris, Texas ai rodeo di Brokeback Mountain .
Il risultato è un documentario dal sapore indie, curioso e ironico, che mostra le varie sfaccettature del popolo di un grande continente.