Londra, 1899. George è un brillante inventore che mette a punto un sorprendente marchingegno in grado di viaggiare nel tempo. Così inizia ad esplorare il futuro, a vedere i progressi ma anche gli orrori degli uomini (due, addirittura tre guerre mondiali). Il suo percorso lo porta lontano 800.000 anni rispetto al presente, in un futuro in cui l’umanità è divisa tra gli angelici e ingenui Eloi del mondo esterno e gli spietati e mostruosi Morlock, abitanti dei bassifondi della Terra.
Tratto dallo splendido romanzo The Time Machine di H.G. Wells, nel 1960 George Pal ne mette in scena una rappresentazione che rispecchia appieno la sci-fi degli anni Sessanta: il film è colorato, pieno di dialoghi e non si prende troppo sul serio. La feroce critica sociale del romanzo, in cui gli Eloi rappresentavano la ricca borghesia vittoriana e i Morlock la nascente classe operaia, lascia spazio alla visionarietà che ha reso The Time Machine un piccolo gioiello.
Il viaggio nel tempo ci è mostrato attraverso il mutamento delle stagioni e soprattutto attraverso i cambiamenti della moda femminile. Ha fatto storia il design della macchina del tempo antenata della Delorean, una poltrona con comandi azionati da una leva con un pomello in diamante (ai limiti tra lo steam-punk e il trash).
Forse The Time Machine è uno degli ultimi esempi di cinema delle Attrazioni nel senso storico del termine, è un film che ha superato bene il passare degli anni e ancora oggi è godibile e divertente in tutto il suo stile vintage.
George Pal ha fatto scuola e a lui si deve il cinema fantastico degli anni ’60 (Barbarella su tutti) e non vanno ovviamente dimenticati suoi allievi blasonati come George Lucas e Steven Spielberg. Da ricordare un remake del 2002 (che fu un insuccesso ai botteghini) diretto dal pronipote di Wells, Simon, il quale riprende molte delle trovate visive dell’originale, con Guy Pearce nel ruolo del protagonista e un algido Jeremy Irons in quello del capo dei Morlock.
“Strade? Dove stiamo andando non c’è bisogno di strade”, esclamava Doc Brown in Back To The Future. Siamo d’accordo con te Doc, per viaggiare può bastare sedersi su una comoda poltrona e usare tanta, sana, indispensabile Immaginazione.