Siamo ai titoli di coda. Emanuela Martini e Alberto Barbera hanno appena preso i loro posti per l’ultimo incontro di questa edizione.
Stavolta non per assistere a un horror fuori dagli schemi, uno dei tanti che hanno esplorato i confini del genere durante il festival; non per lodare l’audacia di un esordio né per ritrovare quella giovane attrice su cui avevano puntato. Ora di fronte a sé hanno i giornalisti che hanno seguito la manifestazione, con cui tirare le somme, valutare i numeri, rivelare gli ultimi scoop. O semplicemente dialogare di cinema, la vera molla che ci ha spinti e uniti, e scoprire che, in fondo, tante sono state le vicende proiettate quante sono le storie del vicino di poltrona, del divo più atteso, della maschera di sala o di un ragazzo alle prime armi del giornalismo. Il festival ha dato a tutti nove giorni per curiosare e appassionarsi, riflettere e giudicare. Senz’altro arricchirsi. E ora il festival è pronto per le nuove sfide che lo attendono, sempre in bilico tra Venezia e Berlino, tra un esperimento estivo e la conservazione della formula. Insomma sempre a caccia di nuove storie.