“MA VIE AVEC JAMES DEAN” DI DOMINIQUE CHOISY

Ma vie avec James Dean è uno dei Cinque pezzi facili scelti da Giovanni Minerba per l’omonima sezione del Lovers Film Festival. «Ho avuto il piacere e la voglia di vedere quasi tutte le pellicole arrivate e, a un certo punto, è successa una cosa bella: ho trovato in selezione un film dal titolo Ma vie avec James Dean; ovviamente mi sono subito incuriosito e l’ho guardato, mi è piaciuto e ho chiesto di averlo nella mia Cart Blanche. Spiegare perché però non è così semplice, […] la mia curiosità nasceva dal fatto che, ben ventisei anni fa, con Ottavio Mai avevamo scritto un film, che stavamo per realizzare, dal titolo Somigliava a James Dean; la storia era ovviamente diversa da quello che ci racconta in questo film Dominique Choisy, che è quasi un dramma alla Jean Genet; entrambe le storie però sono bizzarre e ironiche e servono per raccontare la bellezza, l’amore e un’icona del grande cinema».

Ed è proprio di questo che tratta il film: la bellezza e la semplicità dei sentimenti, l’amore visto nella sua irrazionalità e imprevedibilità, la vita che scorre impacciata attraverso una serie di sfortunati eventi.

Ma vie avec James Dean non è una commedia, non è un dramma, non è nemmeno un film che vuole semplicemente raccontare una storia. O, almeno, non solo. È, piuttosto, un tentativo di usare il cinema per parlare della vita e la vita per spiegare il potere del cinema. Il protagonista Géraud Champreaux è un regista esordiente che arriva a Le Tréport per presentare il proprio film in alcune piccole sale della zona; la sua opera prima parla di un amore omosessuale fatto di rincorse, passione e intesa, tra un giovane che aspira a essere un moderno James Dean e un altro che si lascia sedurre e se ne innamora. La perfezione dell’intreccio cinematografico stride, però, con la vita reale di Géraud, più simile a una serie di situazioni tragicomiche che si susseguono senza dargli tregua: dal furto del cellulare da parte di un bambino impertinente, alla relazione altalenante con un quindicenne – Balthazar – che si innamora di lui, all’amicizia con la distributrice del suo film, Sylvia, lesbica incastrata in una relazione morbosa, al rapporto complicato con Gladys, receptionist dell’hotel che lo ospita, rapporto su cui si polarizzano gran parte delle gag comiche del film.

Da destra, alcuni dei protagonisti del film: Gladys, Tony, Géraud e Balthazar.

Una serie di situazioni al limite del grottesco, a tratti comiche ma sempre funzionali a una riflessione che vuole andare più a fondo e restituire lo splendido dramma della vita. James Dean s’inserisce in questo quadro come l’amico immaginario che consola Géraud, nonché allegoria del cinema come strumento di rappresentazione poetica della vita. Ed è proprio il cinema l’elemento che tiene insieme le vite di tutti i personaggi e permette loro di cogliere il lato più genuino non solo della vita, ma anche delle relazioni interpersonali. Un film leggero ma intenso, che ricorre alla classica comicità francese per suggerire allo spettatore una riflessione agrodolce sulla casualità degli eventi e l’imprevedibilità dei rapporti umani.

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