Resistere, mostrare, esistere. È su questa equazione che si è aperta la conferenza stampa del 34° Lovers Film Festival, una delle più longeve rassegne cinematografiche a tematica LGBTQI di tutto il mondo. Con 102 titoli in programma, 28 paesi rappresentati, 50 anteprime nazionali e 10 mondiali, la kermesse curata da Irene Dionisio si presenta – ancora una volta – come una delle più interessanti e innovative manifestazioni culturali del panorama torinese.
Fil rouge di questa edizione sarà la visibilità delle minoranze, un tema appositamente scelto dai curatori per celebrare il cinquantesimo anniversario dei moti di Stonewall Inn. Quanto è importante e pericoloso esporsi al cambiamento? E quanto vulnerabile può essere la via dell’emancipazione? A queste domande tenteranno di rispondere gli addetti ai lavori, non solo attraverso le proiezioni in sala ma anche con un nutrito numero di appuntamenti collaterali.
Le platee del cinema Massimo ospiteranno esponenti di spicco del mondo queer come Erika Lust, regista e produttrice erotica di fama mondiale; M¥ss Keta, l’eccentrica ed esplosiva diva musicale cresciuta per le strade di Porta Venezia; la cantautrice e producer Romina Falconi e tanti altri fra giornalisti, autori ed attori.
Di grande spessore anche la schiera delle guest stars: Giancarlo Giannini e Samuel dei Subsonica apriranno la serata inaugurale del 24 aprile, mentre spetterà al giurato Neri Marcorè e alla madrina di questa edizione Alba Rohrwacher presenziare la tanto attesa cerimonia di chiusura, durante la quale – oltre alle consuete premiazioni dei vincitori – avrà luogo la nomina del nuovo direttore artistico del festival. Ospiti d’eccezione saranno inoltre Helmut Berger, uno dei volti più noti del cinema di Luchino Visconti (Gruppo di famiglia in un interno, 1974; La caduta degli dei, 1969), e il regista e sceneggiatore statunitense Ira Sachs.
Protagonisti indiscussi del festival però rimarranno i film in gara, ripartiti quest’anno in 4 sezioni competitive. All the Lovers e Real Lovers saranno i concorsi dedicati rispettivamente ai lungometraggi di finzione e ai documentari, mentre Irregular Lovers – la sezione iconoclasta della rassegna – darà spazio alle opere con i linguaggi più innovativi e sperimentali. In ultimo Future Lovers, ovvero il contest internazionale riservato ai cortometraggi, al cui vincitore verrà consegnato il premio “Fotogrammi Sovversivi”.
Interessante inoltre la carte blanche ideata da Giovanni Minerba, fondatore del festival assieme ad Ottavio Mai: intitolata La verità sugli amori, la sezione propone film come Riot dell’australiano Jeffrey Walker, Luciérnagas dell’iraniana Bani Khoshnoudi e State of Pride di Rob Epstein e Jeffrey Friedman.
Dunque amore, resistenza e rivoluzione; è questo il potenziale esplosivo del Lovers Film Festival, che anche quest’anno cercherà di forzare le asfissianti maglie del presente per immaginare un futuro diverso e più libero. Un futuro letteralmente over the rainbow.