Alejandro Amenábar torna in patria, nella stupenda Salamanca, per girare il suo nuovo film: Mientras dure la guerra. Nella prestigiosa città universitaria, egli mette in scena il conflitto interiore che l’allora rettore Miguel De Unamuno visse dopo aver sostenuto la rivolta dell’esercito contro il governo repubblicano spagnolo. Con l’inizio dell’epurazione da parte della giunta militare nel 1936, Unamuno non usa il suo status per denunciare le violenze e i soprusi, ma anzi si astiene dal prendere posizione. Tuttavia ben presto dovrà fare i conti con la realtà, con la sua coscienza e anche con i suoi amici e familiari.
Il metodico regista del film premio Oscar Mare dentro (Mar adentro, 2004) ritorna sul grande schermo con un’opera storica sulla guerra civile spagnola, dal forte impatto politico e civile. Dalla visione del film emerge lo studio attento e la meticolosa documentazione che hanno preceduto le riprese, sia per quanto riguarda gli eventi, sia per quanto riguarda i costumi, gli ambienti e gli arredi. Un lavoro di ricerca che punta alla veridicità anche e soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi, in cui emerge prepotentemente il trio composto dal generale Millan Astray (Eduard Fernández) , il dittatore Francisco Franco (Santi Prego) e, naturalmente, Unamuno (Karra Elejalde). Di quest’ultimo in particolare viene mostrata la parte più intima e fragile. Il celebre poeta e filosofo è qui tratteggiato come un uomo in bilico tra l’attività politica di scrittore, irrigidita in un’ingenua e colpevole fiducia nei militari, e la componente umana e personale della sua vicenda. Un uomo rigoroso ma che, smarrito di fronte ai sintomi sempre più espliciti e violenti di una dittatura, riuscirà infine a riscuotersi dall’inerzia e a reagire, anche se a soli pochi mesi dalla sua morte.
Amenábar, attraverso il racconto di questo drammatico episodio, riesce inoltre a portare l’attenzione sul presente della Spagna e dell’Europa intera, sottolineando gli effetti negativi di un populismo esasperato. In quest’ottica vanno dunque letti i numerosi riferimenti alle problematiche esistenti tra baschi e catalani, così come le critiche sulle forti influenze politiche del clero. Una regia ordinata, meticolosa e impeccabile problematizza l’esemplarità della Storia facendo del film un vero e proprio saggio che riflette e fa riflettere sul momento politico e sociale contemporaneo, dove l’estrema destra raccoglie, pericolosamente, sempre più consensi. Mientras dure la guerra nasconde quindi tra le pieghe della ricostruzione storica un chiaro intento di denuncia, un monito anti-fascista, un memento per non ripetere gli stessi errori del passato.
Maria Bruna Moliterni
Recensione pulita che non si spinge in valutazioni socio politiche ma descrive puntualmente le scelte del regista e non giudica quelle storiche del protagonista