La serie spagnola Antidisturbios riecheggia quei conflitti urbani che abbiamo visto scatenarsi in questo 2020, dagli scontri del movimento Black Lives Matters, ai mesi di protesta in Bielorussia, alle oceaniche manifestazioni in Polonia. Tutte scatenate da motivi differenti, ma tutte contrassegnate da questa opposizione e incomunicabilità tra manifestanti e forze di polizia. Una distanza che sembra sempre incolmabile nonostante tra i corpi di questi uomini e donne manchi lo spazio e l’aria, nonostante si fondano l’uno con l’altro in movimenti concitati.
Rodrigo Sorogoyen rappresenta con precisione quasi scientifica questo contatto permanente tra vittime e carnefici, che cambiano veste con velocità vertiginosa: lo fa attraverso un obiettivo grandangolare schiacciato su nasi, menti e nuche della squadra di polizia di Madrid protagonista della serie, composta di sei uomini molto diversi a cui è assegnato uno sfratto che ha esiti rovinosi. Si trovano così schiacciati in una nuova dimensione di lotta, quella per mantenere la propria integrità, seppur priva di morale. Si punta solo a sopravvivere.
Al contrario dell’acclamato Les Miserables di Ladj Ly, la cui estetica si fondava su camera a seguire e ampie riprese aree, qui la città non si vede mai, le distanze non esistono e si respira affannosamente seguendo il ritmo delle riprese. Anche il montaggio non lascia prendere fiato, frammentando il discorso in numerosi e rapidi jump cut.
Sorogoyen riconferma il suo interesse per personaggi chiaroscurati e detentori di un potere messo in crisi, come già nel suo film Il regno, presentato al Torino Film Festival nel 2018; qui però frammenta la sua narrazione su più personaggi grazie anche allo spazio fornito dal formato seriale. Alla domanda se non sia eccessiva la produzione di una serie in sei episodi su un caso di violenza di polizia risponde il successo che questa ha avuto sulla televisione spagnola.
Per il pubblico italiano, questo primo assaggio lascia pensare che il punto di vista rimarrà prevalentemente quello della squadra di poliziotti (tant’è che i loro nomi danno il titolo a questi due episodi), ma resta l’interesse di scoprire il ruolo della commissaria degli Affari Interni incaricata di fare luce sull’incidente scatenante, protagonista indiscussa della prima scena della serie durante una accanita partita di Trivial Pursuit…
Arianna Vietina