MEZZOGIORNO DI FUOCO: RETROSPETTIVA SUI B-WESTERNS

La quarantesima edizione del TFF si ricopre di stelle e strisce nella nuova retrospettiva sul cinema western: la direzione del festival – Steve Della Casa è un grande appassionato del genere – non poteva che omaggiare alcune pellicole di questo filone fondamentale nella produzione statunitense dal 1938 fino al 1960.

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I film in questione, però, non hanno nulla che vedere con i grandi autori del western hollywoodiano, in questo caso sostituiti da abili mestieranti come Joseph H. Lewis e Alfred “Al” Green, capisaldi dell’industria e prolifici creatori di b-movies. Anche sul piano tematico si è voluto cercare un filo rosso che collegasse i diversi titoli della sezione: la stravaganza e l’unicità sono i due termini che hanno guidato un’accurata selezione delle pellicole più sconosciute e dimenticate del cinema americano per eccellenza.

Shotgun (1955) di L. Selander.

Ma che cos’e il cinema western senza i suoi eroi? A volte “cavalieri senza macchia e senza paura”, altre invece uomini lacerati da un oscuro passato. In Mezzogiorno di Fuoco gli eroi non sono nient’altro che anomali personaggi in balia della narrazione, che li trasporta – volenti o nolenti – verso nuove e dolorose frontiere: è il caso di Henry Carson (Van Johnson) nel rurale The Romance of Rosy Ridge (1947) di R. Rowland dove non ci viene presentato un cowboy irrequieto, ma un romantico e misterioso vagabondo che si installerà nella casa del sudista Gill MacBean (Thomas Mitchell), il padre-padrone della bella Lissy (Janet Leigh).

Lo stesso discorso si potrebbe fare per Four Faces West (1948) diretto da Al Green dove troviamo Joel McCrea nei panni di Ross McEwan, un bandito dal cuore d’oro in fuga dal famigerato – ma più innocuo rispetto alla sua classica raffigurazione – sceriffo Pat Garrett. Per tutta la durata del film non viene sparato neanche un colpo: non è necessario, dal momento che il nostro fuorilegge è in realtà un uomo buono e generoso che regala i soldi rubati al padre in difficoltà economica e aiuta una bisognosa famiglia messicana afflitta dalla difterite.

Four Faces West (1948) di Alfred Green.

A compensare l’assenza di duelli nel film di Green ci pensa Terror in a Texas Town (1958) di J. H. Lewis dove invece le pistole sono cariche e sparano, ma quando le armi da fuoco non bastano ecco che spuntano arpioni e fucine degne di un romanzo di Melville nell’anomalo scontro finale tra il pistolero monco Johnny Crale (Nedrick Young) e il vendicativo George Hansen (Sterling Hayden).

La sezione dedicata ai B-westerns ha riservato delle curiose riscoperte e coraggiosi revival come The Terror of Tiny Town (1938) di S. Newfield, un musical interamente interpretato da attori nani, ma anche pellicole più sobrie in Technicolor come Coroner Creek (1948) di R. Enright e Shotgun (1955) di L. Selander. Insomma, Mezzogiorno di Fuoco ha condotto gli spettatori in un atipico viaggio tra i sentieri del festival offrendo agli amanti del genere degli appuntamenti imperdibili con la sala e con le storie più insolite della frontiera americana.

Luca Giardino

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