TORINO FILM FESTIVAL. LA 41MA EDIZIONE

Il “minestrone” che Steve Della Casa – all’ultimo anno di mandato prima di lasciare la direzione a Giulio Base – ha più volte citato non si riferisce a uno dei titoli che compongono la retrospettiva dedicata a Sergio Citti, bensì al risultato della selezione attuata dal direttore insieme ai suoi collaboratori. Non una miscellanea che rischierebbe di scontentare chiunque, ma un organismo compatto e omogeneo, composto da film e diverse attività – masterclass, eventi fuori programma, talk e convegni – che risuonano l’un l’altro sia per affinità che per opposizione, avendo sempre come unico indispensabile referente il cinema.

Compito apparentemente facile, data la natura del festival, ma meno scontato se si considerano le derive delle più recenti kermesse in tema di ospiti, troppo spesso dediti al red carpet più che al dialogo con il pubblico. Consapevole di ciò, alla 41esima edizione del Torino Film Festival, i talent saranno invitati a condividere ricordi, esperienze e gusti cinematografici, anche nel caso di personaggi appartenenti principalmente al mondo della televisione o del teatro. Pupi Avati, Christian Petzold, Caterina Caselli, Drusilla Foer, Fabrizio Gifuni, Kyle Eastwood e Oliver Stone – tutti protagonisti di una masterclass – sono solo alcuni degli ospiti che arricchiranno il festival. Le uniche eccezioni rispetto all’assoluta centralità del cinema coincidono con la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre) e la Giornata Mondiale contro l’AIDS (1 dicembre), date in cui il Torino Film Festival dedicherà due momenti di riflessione attraverso gli interventi di Monica Guerritore, protagonista de I girasoli, film d’esordio alla regia di Catrinel Marlon, Madrina del 41TFF, e di Laura Morante, attrice ospite del Festival con Folle d’amore – Alda Merini di Roberto Faenza.

A tutte queste attività dovranno essere ovviamente aggiunti i 181 film presentati nella Selezione Ufficiale, divisi in svariate sezioni, alcune orientate al futuro, come il Concorso Lungometraggi – anche quest’anno composto esclusivamente da opere realizzate da giovani autori – e Cortometraggi Italiani; altre invece dedicate al passato, come Back To Life, la già citata retrospettiva su Sergio Citti e Mezzogiorno di fuoco, omaggio al John Wayne che campeggia sulla locandina disegnata da Ugo Nespolo. Senza dimenticarci di Crazies, sezione dedicata ai film di genere fantastico e orrorifico, di Nuovimondi, composta da opere che allargano le prospettive del cinema contemporaneo tra osservazione e fantasia, e di tutti i film Fuori Concorso, a loro volta suddivisi in diversi focus specifici, quali, ad esempio, Il gioco della finzione. Nuovi sguardi argentini e La prima volta, dedicato alle opere prime di autori italiani non più giovanissimi, oppure Ritratti e paesaggi, documentari e film di finzione per lo più biografici, senza dimenticare la sezione del Torino Film Lab. All’interno di queste sezioni si trovano alcune delle opere più attese dagli appassionati torinesi – per lo più recuperi dell’annata festivaliera –, da Not Expect Too Much From the End of the World di Radu Jude a Cerrar los ojos di Víctor Erice, da Essential Truths of the Lake di Lav Diaz a L’Île di Damien Manivel, fino a Kubi di Takeshi Kitano a e Il cielo brucia, il nuovo film di Christian Petzold che, dopo aver preso parte alla Berlinale lo scorso febbraio, arriverà nelle sale italiane proprio in concomitanza con il festival.

Se a tutto ciò aggiungiamo le sezioni dedicate ai documentari, siano essi internazionali o nazionali, entrambe competitive, allora non possiamo fare a meno di concludere che il festival si presenti come una selezione estremamente ricca e articolata, che riflette sullo stato delle cose della produzione cinematografica contemporanea senza alcuna gerarchia dogmatica, spaziando dal cinema di ricerca alle scritture di genere, dai maestri internazionali alle giovani promesse. Insomma non sembra esservi alcun dubbio sul pieno coinvolgimento della città e i suoi abitanti, sin a partire dal dialogo sul cinema di Pupi Avati – dal vivo nella Reggia di Venaria e in diretta su Rai Radio3 durante Hollywood Party – fino ad arrivare a Christine – La macchina infernale di John Carpenter, film che concluderà sia questa 41esima edizione sia, ciclicamente, l’esperienza di Steve Della Casa all’interno del festival.

Enrico Nicolosi

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