Una carica di energia dal fascino ultraterreno che scende fluttuante su una cupa brughiera dà inizio a Voidcaller, l’ultimo film di Nils Alatalo. Un film girato in economia, da cui il giovane regista svedese ha saputo trarre forza attraverso una poetica punk seducente e un approccio minimalista, capace di sfruttare i limiti tecnici a proprio vantaggio.
Un gruppo di persone, facendo i conti con un’amnesia collettiva, inizia a rendersi conto di essere coinvolto in qualcosa di sinistro su scala cosmica. La protagonista, Anna (Marie Senghore), è un’astronoma che, in preda al panico per aver perso la memoria, si rivolge a un para-psicologo capace di sintetizzare una potente sostanza allucinogena in grado di far riemergere il proprio passato. Perno centrale di Voidcaller, l’interpretazione di Marie Senghore, attraverso l’espressività e del volto e in particolare degli occhi, riesce a dare sostanza e forza al terrore che la protagonista prova, nonché a rendere il fascino provato da Anna di fronte alla rivelazione cosmica.
La fotografia monocromatica di Jakob Ekvall alterna immagini molto contrastate ad altre ultra esposte per esaltare l’atmosfera trascendente, riuscendo così a mascherare il basso budget attraverso soluzioni visive pratiche e creative. La colonna sonora restituisce l’incubo introspettivo attraverso una cacofonia dissonante ottenuta dalla combinazione di rumori industriali e synth eterei, che quando presenti in scene body horror – usate con moderazione ma in modo efficace – creano momenti di shock viscerale che scandiscono la tensione psicologica.
I temi della narrativa lovecraftiana quali la fragilità della sanità mentale umana e le terribili forze arcane dell’ignoto, insieme a un approccio non tradizionale allo sviluppo della narrazione e il ricorso a immagini surreali e di terrore esistenziale, riportano alla mente le opere di David Lynch (in particolare Eraserhead). L’opera di Nils Alatalo ha l’ambizione di porsi come un’esperienza visiva e spettatoriale impegnativa, che porta a riflettere sul potere della mente, sulla possibilità di dare noi stessi forma alle realtà che ci circondano e, soprattutto, sull’importanza del rimosso. Voidcaller richiede una dedizione completa e totale, l’abbandono a una visione attenta e pura, senza distrazioni, per farsi avvolgere dal suo mistero inquietante.
Angela Borraccio