“TERRA INCOGNITA” DI ENRICO MASI

Addormentati sull’erba, un uomo e una donna vengono risvegliati da suoni metallici stridenti. L’uomo sale su una lieve altura, spinto dalla curiosità di vedere oltre. Dall’altra parte, il mondo della tecnologia: tralicci elettrici e impianti industriali si ergono ingombranti alla vista. La sequenza di apertura di Terra incognita è metafora del film stesso, che, attraverso due prospettive opposte, tratta il tema dell’approvvigionamento energetico e della sopravvivenza dell’uomo sulla terra.

Leggi tutto: “TERRA INCOGNITA” DI ENRICO MASI

Arte o scienza? Fede o ragione? Natura o tecnologia? Comunità rurale o centrale atomica? Queste sono le domande che il film pone, ma a cui consapevolmente non vuole trovare una risposta, lasciando allo spettatore il compito di provare a interpretare. Perché forse, anche se il problema esiste e deve essere riconosciuto come tale, non esiste una soluzione univoca alla questione energetica: è ciò che più interessa al regista Enrico Masi, che, dopo anni di ricerche, propone due potenziali soluzioni che sono anche due visioni del mondo. Da una parte una famiglia tedesca neo-rurale, che vive in un luogo remoto delle Alpi italiane senza elettricità e senza contatti con la società, ma con il sogno di fondare una comunità energicamente autonoma. Dall’altra, invece, appena al di là della frontiera, un esperimento per riprodurre l’energia del Sole sulla Terra attraverso la fusione atomica.

Il film nasce dall’alternanza, quasi violenta, tra i due piani apparentemente opposti, ma in realtà profondamente simili perché accomunati dalla natura umana. Il contrasto è reso evidente, sia a livello visivo con l’alternarsi degli interni claustrofobici di macchine ultratecnologiche e dei paesaggi naturali catturati in cinemascope, sia a livello sonoro tramite i rumori assordanti delle fabbriche e il silenzio rasserenante della natura. La struttura binaria è però completata da una terza voce: un voice over che, attraverso una serie di citazioni, è quasi l’incarnazione di von Humboldt, autore di importanti testi sulla tradizione ecologica. A lui è affidato il compito di “unire” i due piani in un ossimoro.

Con un documentario che ibrida differenti registri e stili (dall’archivio alle interviste, passando per lunghe panoramiche naturalistiche e astratte), Masi intraprende un percorso molto ambizioso, a tratti arduo da decifrare, ma che sicuramente porta lo spettatore a riflettere. In fondo è proprio questa la “terra incognita” richiamata dal titolo: la ricerca di una soluzione energetica, e quindi il futuro stesso dell’uomo. Una terra ignota, ma che incuriosisce e allo stesso tempo preoccupa e fa paura.

Francesca Strangis.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *