Love Child di Valerie Veatch, presentato in concorso nel 2014 al Sundance Film Festival nella sezione documentari, è stato oggi riproposto al Sottodiciotto Film festival & Campus, con un’introduzione di Andrea Mattacheo. Questo film racconta la storia di una coppia di giovani coreani del Sud che ha lasciato morire la figlia di malnutrizione. Il caso ha suscitato molto scalpore perché la coppia ha compiuto questo gesto a causa della dipendenza da un videogame.
Negli anni ’90 il Governo della Corea del Sud decise di investire nell’ampliamento della banda larga in modo di raggiungere il primato mondiale in questo campo. Le conseguenze però sono state tutt’altro che positive: la popolazione – come la coppia in questione – ha sviluppato una vera ossessione per i videogiochi on line, e questo ha portato ad una nuova patologia di dipendenza da Internet, dai giochi e dalla realtà virtuale.
Il documentario contiene interviste ai poliziotti che rinvennero il corpo della bambina e agli avvocati della coppia, e inserti di computer grafica che spesso ritraggono una giovane coppia con in mano degli smartphone, altro simbolo di scollamento dalla realtà. Si vedono inoltre i luoghi in cui si sono svolti i fatti, le indagini e il processo, e anche le immagini delle telecamere di sorveglianza nella sala LAN dove la coppia andava a giocare.
Il documentario mette in risalto una curiosa coincidenza: nel videogioco che ossessionava la coppia, la vincita dipendeva dalla crescita di una bambina che con il tempo doveva acquisire dei poteri magici. I frequentatori della sala LAN intervistati descrivono la coppia come un ragazzo e una ragazza giovanissimi non in grado di crescere un figlio. Essi si erano rifugiati nella realtà virtuale per scappare da pesanti incomprensioni con i genitori e da una situazione domestica ingestibile. Inoltre in una sala LAN è possibile guadagnare grosse somme trasformando denaro virtuale in denaro vero, così la coppia si manteneva passando 10 ore al giorno davanti al computer.
La musica prodotta da artisti della scena elettronica mondiale accompagna alcune sequenze di Love Child in modo fastidioso, riproducendo i rumori tipici dei videogames, in altre sequenze la musica esplode in modo piacevole accompagnando le immagini di una Corea moderna, fatta di grattacieli, enormi manifesti pubblicitari e schermi giganteschi che sovrastano strade e negozi. Tutto il Paese pare vivere nell’illusione della realtà virtuale, senza fare i conti con la realtà quotidiana. Il 17 dicembre 2013 sono stati chiusi definitivamente i server del gioco Prius che ha causato l’imperdonabile tragedia: una bambina morta come conseguenza diretta del gioco.