Si è svolta ieri, giovedì 30 Novembre, la cerimonia di assegnazione del Premio Maria Adriana Prolo a David Grieco, cerimonia introdotta da Steve Della Casa in cui sono intervenuti anche Caterina Taricano, direttrice di “Mondo Niovo” (che come consuetudine dedica un numero monografico al vincitore del Premio) e Vittorio Sclaverani. Il premio, intitolato alla fondatrice del Museo Nazionale del Cinema e giunto alla sua sedicesima edizione, viene consegnato ogni anno ad un artista che nel corso della sua vita si è particolarmente distinto per i contributi dati alla cinematografia italiana, divenendo un esempio e un modello per le generazioni successive, modello che Grieco incarna alla perfezione.
Artista poliedrico, oltre ad aver diretto due lungometraggi di portata internazionale (Evilenko e La macchinazione), è stato anche uno sceneggiatore che ha collaborato tra gli altri con Francesco Nuti e Giovanni Veronese, giornalista, critico cinematografico, attore, produttore e un uomo di radio. Durante la Conferenza stampa, insieme a Steve Della Casa sorride ricordando la nascita di Hollywood Party, programma radiofonico affidato a Grieco perché considerato una scommessa persa in partenza e quindi facilmente sostituibile, ma che ha trovato un grande successo ed è tutt’oggi in onda su Radio3.
Particolarmente toccanti sono le testimonianze (sia dal vivo che nella rivista) che ci mostrano come David Grieco sia entrato in contatto con alcune importantissime personalità del mondo del cinema e della televisione, divenendone amico e, in alcuni casi, cambiando la loro vita. Grazie a queste riusciamo a capire quanto un uomo come lui sia riuscito a toccare tutti i colleghi con cui ha avuto a che fare, dal già citato Steve Della Casa all’amico fraterno Malcolm McDowell, da Massimo Ranieri ad Angelo Badalamenti, senza dimenticare la sua famiglia: Lorenza Mazzetti (compagna di suo padre) e i suoi figli. È parlando di questi ultimi che il regista si commuove durante la cerimonia.
Al termine della consegna del Premio è stato proiettato Evilenko, primo lungometraggio del regista ed ispirato ai fatti raccontati nel suo libro Il comunista che mangiava i bambini.