Se quello che state cercando è un’opera sul calcio, allora Diamantino non è il film che fa per voi. Lo sport, all’interno del film, non è altro un contorno che permette ai registi, Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt, di giocare con situazioni assurde e stravaganti. Diamantino – vincitore della Settimana della Critica a Cannes 2018 – assomiglia a un B movie, a metà strada tra il racconto sportivo e lo sci-fi, ma presenta diversi piani di lettura; e forse è proprio questo l’elemento che ha maggiormente colpito la giuria della rassegna francese.
Diamantino, star del calcio, è un personaggio ingenuo e innocente come un bambino, è completamente ignaro della situazione politica che si viene a creare intorno alla sua figura, diventando così lo strumento di un malvagio partito nazionalista che vuole clonarlo per spingere i cittadini a votare a favore dell’uscita del Portogallo dall’Unione Europea, favorendo così la costruzione di una grande muraglia che isoli il paese dai vicini spagnoli. I temi politici trattati nel film sono quanto mai contemporanei: migranti che cercano di scappare dalla guerra via mare, xenofobia, nazionalismo e muri di confine. La critica è piuttosto esplicita, a volte un po’ grossolana, e prende di mira principalmente i partiti populisti di destra che stanno guadagnando sempre più consensi in Europa, oltre a denunciare la situazione dei fuggiaschi nel Mediterraneo.
Diamantino è anche il ribaltamento di genere della fiaba di Cenerentola. Qui non c’è una fanciulla, ma un uomo sottomesso dalle perfide sorelle, che viene salvato da una ragazza (una migrante) a cui sono affidate le scene di combattimento. All’interno di questo ribaltamento dei ruoli ovviamente si toccano anche temi LGBT.
Diamantino è un film che non parla per metafore, la sua critica è sempre evidente e volutamente palese per lo spettatore; come affermato da Gianpaolo Ormezzano durante il dialogo con Steve Della Casa che ha preceduto la proiezione del film: “Probabilmente non è il film più bello della vita, ma è molto interessante”; e sicuramente è divertente.
“Diamantino” di Gabriel Abrantes e Daniel Schmidt | CineD@ms Torino http://penyerang.net