Il ritorno in sala, la resistenza, il recupero della memoria
Annunciato la scorsa settimana durante la conferenza stampa al Cinema Massimo e in partenza il 26 novembre, il Torino Film Festival farà un grande ritorno in sala, dopo la scorsa edizione interamente online.
Con i suoi 181 titoli selezionati tra più di 4500 opere visionate, il Festival si propone non solo di continuare il proficuo dialogo con i suoi affezionati, sempre più esigenti e preparati, ponendo l’attenzione sul cinema di ricerca, la sperimentazione e la promozione di autori emergenti, ma anche di instaurare un rapporto con il grande pubblico.
Il concorso lungometraggi Torino 39 proporrà un ventaglio di dodici opere prime e seconde, a dimostrazione del coraggio di autori, produttori e distributori nell’investire in progetti innovativi nonostante il periodo di chiusure forzate. L’Italia sarà rappresentata da Il muto di Gallura, una sorta di western ambientato in Sardegna, diretto da Matteo Fresi e con Andrea Arcangàeli.
Le proiezioni vedranno quest’anno una novità: ai lungometraggi verranno associati i cortometraggi in concorso, nella scorsa edizione accorpati in una sezione a se stante.
Legati intimamente con le inquietudini che attraversano la contemporaneità, i due concorsi documentari Internazionale e Italiana.doc porteranno in sala l’intricato rapporto tra passato e presente e l’importanza del recupero della memoria per interpretare l’epoca in cui viviamo. Sarà questa una costante del Festival, che si avvarrà di una proficua presenza di materiali d’archivio, restauri, retrospettive e omaggi, per restituire al cinema quella definizione di “arte strabica” che gli attribuì Bernardo Bertolucci.
Nel solco della sperimentazione saranno anche alcune sezioni non competitive. La ormai ben conosciuta Le stanze di Rol seguirà linee guida diverse rispetto all’edizione precedente, in un anno in cui il cinema di genere ha dimostrato uno stato di salute straordinario. Il fuori concorso presenterà una nuova sezione, dall’aspetto seducente, denominata Incubator. Arriveranno sul grande schermo opere che sfidano le regole di rappresentazione e si contaminano con altre forme d’arte, portando alla luce senza mezze misure l’anima perturbante e innovativa del Festival.
Nella direzione di un pubblico più “pop” andrà invece una buona parte del Fuori Concorso Torino 39, tra cui il film d’apertura – il film d’animazione americano Sing 2 di Garth Jennings – quello di chiusura – Aline, il biopic di Valérie Lemercier liberamente ispirato a Céline Dion – e l’ultimo film di Clint Eastwood, Cry Macho.
Molti saranno gli ospiti di grande risonanza già annunciati, tra cui Monica Bellucci a cui andrà il premio Stella della Mole, e la madrina di quest’edizione Emanuela Fanelli; e poi Margherita Buy, il giurato Alessandro Gassman, Charlotte Gainsbourg col suo documentario sulla madre Jane Birkin.
Come ogni anno il festival si arricchirà di numerosi eventi collaterali, come sei masterclass e potrà contare su un allargamento dei suoi confini, arrivando in alcune sale inedite.
Dopo un periodo di indefinitezza e di confusione, il Torino Film Festival diretto da Stefano Francia di Celle ci riporterà al cinema con un nuovo spirito e una grande sensibilità. Memoria, resistenza, lotta femminista, identità, educazione sono solo alcuni dei temi che percorreranno i film come un fil rouge. Chiudiamo con le parole dedicate al focus TFFdoc/noi, che “vuole fornire, attraverso i film e le immagini, qualche strumento in più per capire cosa può essere l’azione collettiva, lo spazio e il discorso pubblico; ricordarci i suoi limiti e farci sperare nelle energie che è capace di provocare”.
Tutti i film in programma qui.
Ada Turco