Sembra che il cinema non viva fuori dallo schermo. Appare come una chimera che esiste solo nel momento in cui la si guarda; invece, dietro ogni film c’è un gruppo organico ed eterogeneo che lavora incessantemente per portare la magia, finalmente, di nuovo in sala. Attraverso tre Masterclass dedicate alla figura dell’attore nella cornice del Torino Film Festival, si è costruito un interessante punto di incontro tra la recitazione e le figure che vi gravitano intorno, regalando un approfondimento sui mestieri trasversali che accompagnano gli interpreti nei loro percorsi di crescita.
Le Masterclass dedicate al Casting Director e all’Agente cinematografico hanno dato la possibilità di riflettere sul delicato compito di trovare “l’attore giusto nel posto giusto al momento giusto”, sulla responsabilità di sceglierlo e sulla dedizione necessaria per curare giorno per giorno il suo talento. Dario Ceruti (Casting Director U.I.C.D. per La pazza gioia, Virzì, 2016 e recentemente della serie Anna di Niccolò Ammaniti) ha fornito un’entusiasmante riflessione sul suo lavoro anche attraverso la proiezione di alcuni provini particolarmente significativi per le difficoltà di selezione. Per lui, «il Casting è simile alla pasticceria: un mix tra arte e scienza», in cui è necessario combinare le qualità dell’attore a quelle del personaggio, soprattutto quando riguarda attori non professionisti o bambini. La responsabilità della perfect choice è sempre una questione di sensibilità. Il secondo appuntamento, dal titolo significativo “La cura del talento”, ha visto protagonista Gianni Chiffi, co-fondatore di Volver e agente dell’attrice Matilda De Angelis (David di Donatello 2021 per L’incredibile storia dell’Isola delle Rose), con lui presente nell’Aula del Tempio del Museo del Cinema in cui si è tenuto l’incontro . La complicità tra attrice e agente è, per Chiffi, l’ingrediente fondamentale per trovare i giusti progetti da intraprendere. Alla fine, ammette, «si tratta semplicemente di vendere il tuo amore a qualcuno»: nelle sue parole traspare la passione verso la sua professione e soprattutto verso gli attori che rappresenta, di cui ha regalato un ritratto inedito e sincero.
Tutte queste riflessioni si condensano nella Masterclass che ha terminato la rassegna dedicata all’attore: “Meravigliarsi”, a cura di Antongiulio Panizzi, ha visto protagonista l’attrice Monica Bellucci, premio Stella della Mole del Torino Film Festival di quest’anno, che ha raccontato il suo film presentato Fuori Concorso The girl in the Fountain (Antongiulio Panizzi, 2021), in cui si rivisita il mito e la personalità di Anita Ekberg attraverso la diva contemporanea che deve interpretarla. Nella costruzione estetica e psicologica di un ruolo, restituire un personaggio sullo schermo è un lavoro che l’attore non compie mai da solo: al suo fianco, costumisti, truccatori e la figura fondamentale dell’Acting Coach lavorano in completa sinergia per consentire di ottenere il massimo risultato.
Le Masterclass hanno dunque riflettuto sulle diverse prospettive di chi guarda l’attore/l’attrice prima di tutti gli altri e li consegna definitivamente al regista di un set. Traccia un percorso originale su quelle figure fondamentali che non hanno spesso la possibilità di raccontarsi e che accompagnano con discrezione il percorso lungo e accidentato degli attori: individui fragili, in continuo confronto con la propria immagine riflessa da cui devono anche (e forse soprattutto) essere in grado di difendersi. Esseri umani, prima di tutto, che nel mostrarsi espongono la parte più vulnerabile di se stessi.
Sara Longo