“La mia prima idea era di fare un film su una donna fragile e sulle montagne eterne e solide, ma in realtà ho visto che le montagne, seppur forti, hanno anche una componente fragile” così Audrius Stonys descrive la genesi e gli sviluppi di Woman and The Glacier, presentato durante la terza edizione di Job Film Days, in collaborazione con il Politecnico di Torino, per discutere del sempre più rilevante argomento dei cambiamenti climatici e, nello specifico, della glaciologia.
Si tratta di un documentario di osservazione che si propone di mostrare la vita quotidiana di Aušra Revutaite, glaciologa lituana che per 32 anni – dal 1982 al 2014 – ha vissuto in completa solitudine a 3500 metri sulle montagne Tian Shan, tra Kazakistan e Cina. In compagnia del suo cane e del suo gatto, la scienziata annota i cambiamenti climatici studiando il ghiacciaio Tuyuksu.
Audrius Stonys ammette di avere un rapporto complicato con le parole dacché il cinema può sopravvivere senza di esse. Nel caso di Woman and The Glacier, la scelta di ridurre al minimo la presenza è stata quasi naturale: “Se non parla con nessuno, perché dovrebbe parlare con me?” si è chiesto Stonys. Per il regista il silenzio non è un buco nella colonna sonora ma uno spazio che permette la contemplazione, in questo caso, della natura. È la natura la vera protagonista visiva e sonora che irrompe sull’obiettivo con tumultuose cascate d’acqua e sulla colonna sonora con il fragore dei tuoni e dei crolli di rocce e ghiacciai. La donna si distingue a malapena tra le vaste distese bianche. E’ l”immagine più vecchia del mondo: la natura si erge maestosa davanti ed intorno agli esseri umani. Quella natura, tanto grandiosa e solenne, Aušra Revutaite la studia tutti i giorni con metodi affatto tecnologici in quella che risulta essere una concezione alquanto romantica della ricerca.
Il rumore delle gocce che cadono sulla roccia a testimonianza dello scioglimento dei ghiacci, svolge la funzione di un conto alla rovescia sonoro. Nei prossimi decenni i ghiacciai spariranno ma la glaciologia è una scienza inestimabile: sono i ghiacciai a fornire i dati necessari per prevedere gli sviluppi del cambiamento climatico a breve e a lungo termine. A questo proposito, il Politecnico di Torino in collaborazione con la Fondazione Montagna Sicura, si occupa di monitorare e studiare il seracco Whymper a Courmayeur per proteggere l’area antropizzata a valle e per comprendere quale sarà il futuro della zona. Gli sforzi e le conquiste di questo settore della scienza non vengono sempre riconosciuti, questo rende la storia di Aušra Revutaite ancora più speciale: dopo 32 anni di dedizione e di lavoro, il nome del ghiacciaio è stato cambiato in suo onore.
Alice Ferro