“SMILING GEORGIA” DI LUKA BERADZE

Durante le elezioni del 2012 in Georgia il candidato del partito “Movimento Nazionale Unito” Mikheil Saak’ashvili promette visite odontoiatriche gratuite a tutti i cittadini che hanno superato il cinquantesimo anno di età. Non si limita alle promesse, ma ingaggia squadre di dentisti incaricate di ripristinare il sorriso dei suoi potenziali elettori. Alla fine della campagna durata due mesi Mikheil perderà però le elezioni, lasciando i cittadini a metà intervento, ovvero senza denti. Otto anni dopo il regista Luka Beradze decide di andare in una delle regioni più colpite da questo cataclisma elettorale, dove troverà il villaggio Innominato, nel comune di Chiaturi.

Il film si sviluppa su due piani, le elezioni del 2012 e le attuali, che stanno avvenendo durante le riprese del film nel 2020. Esattamente come nella tornata precedente anche in queste si fronteggiano i due principali partiti di otto anni prima; ciononostante gli abitanti del villaggio si interessano alla politica mostrando la forza e il desiderio di continuare la loro vita di tutti i giorni. Non esitano a dare opinioni al riguardo, raccontano in modo chiaro i loro sentimenti e nel farlo si rivelano fin da subito dotati di una grande auto-ironia e di una straordinaria lucidità. E’ proprio questa loro particolarità che permette al regista di ondeggiare tra momenti più introspettivi e scene di una leggerezza incontenibile, al limite dell’assurdo.

Sfruttando questo evento al limite tra caso di inchiesta e lugubre curiosità nasce un ragionamento sul mondo della politica Georgiana e sulla instabilità del paese. Infatti non si risparmiano forti critiche verso gli attuali partiti politici che detengono il potere della nazione, tanto che il film è stato boicottato dal Centro Cinematografico Georgiano. Nonostante questo il documentario è stato presentato all’interno del Festival Internazionale del Film di Tbilisi ed è stato accolto molto positivamente dal pubblico. Il film non nasconde quindi come queste persone siano state abbandonate dal mondo politico nazionale, soprattutto da quelli che sono ancora i due principali partiti per presenze nel parlamento, ovvero il “Movimento Nazionale Unito” e il “Sogno Georgiano”. Il documentario non si limita però a denunciare una situazione di abbandono come in un semplice reportage, sottolinea invece la tenacia e la resistenza di una comunità che continua a sperare in un futuro migliore e nella bellezza della propria terra.

Nicolò Pilon

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