“EIGHT POSTCARDS FROM UTOPIA” DI RADU JUDE E CHRISTIAN FERENCZ-FLATZ

L’ultimo lavoro di Radu Jude e Christian Ferencz-Flatz affonda le sue radici nel contesto socio-politico della Romania post-rivoluzione, raccontando gli ultimi trent’anni della vita del Paese attraverso le pubblicità che hanno accompagnato il popolo rumeno verso la democrazia. Un documentario sperimentale di montaggio, suddiviso in otto capitoli che presentano decine di spot riprodotti uno dietro l’altro: un flusso travolgente di ideali, sogni e speranze in continua evoluzione. Ci troviamo così a rivivere un pezzo dell’utopia che la fine del socialismo prometteva, un’utopia però stridente e piena di contraddizioni.

I primi quattro capitoli, intitolati Storia della Romania, Il denaro parla, La rivoluzione tecnologica e Miraggio magico, riflettono tutto l’entusiasmo che la rivoluzione portava con sé, giocando sul rapporto tra la vecchia e la nuova Romania. Il consumismo occidentale, diventato il modello d’ispirazione, si riflette così nella corsa all’accumulo e al benessere.

La seconda metà del film si concentra sulle persone e il loro nuovo stile di vita. Le età dell’uomo ripercorre attraverso il filtro distorto delle sgargianti immagini pubblicitarie il ciclo di vita del cittadino rumeno, dalla nascita alla morte, tracciando un percorso che viaggia inevitabilmente su binari prestabiliti. Poesia ritrovata mescola diversi slogan commerciali, mentre L’anatomia del consumo ricostruisce il processo sensoriale che porta un individuo ad acquistare un prodotto, consumarlo e, infine, disfarsene. L’ottavo capitolo, Maschile Femminile, mostra quanto i loro ruoli siano polarizzati nella società rumena: le donne, quando non sono moglie e madri, sono sensuali e provocanti, e fungono da mero oggetto dello sguardo di uomini forti, indipendenti e grandi consumatori di birra.

L’ironia del montaggio produce un film divertente e allucinato che, nell’epilogo Apocalisse verde, immagina il finale di questa storia: un futuro in cui la natura si ribella per riprendersi il controllo della Terra.

Romeo Gjokaj

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