L’intento di Stéphane Ghez in questo documentario è penetrare la filmografia – e di conseguenza il genio – di David Lynch fino a condurre lo spettatore nelle radici profonde delle sue storie, dove c’è posto solo per gli enigmi architettati con grande maestria da uno dei registi più eclettici di sempre.
Leggi tutto: “DAVID LYNCH, UNE ENIGME A HOLLYWOOD” DI STEPHANE GHEZIl documentario francese David Lynch, une énigme à Hollywood è stato presentato nella sezione Mad Doc al TOHorror Fantastic Film Festival di Torino. Il film catapulta immediatamente lo spettatore nell’elemento simbolo dell’universo lynchiano: la sala rossa della Loggia Nera di Twin Peaks. Non si impone come una semplice carrellata dei suoi capolavori cinematografici, ma è una vera e propria analisi dei temi che hanno reso così riconoscibile la sua poetica. Suddiviso in atti, il documentario presenta in rassegna in ordine cronologico la totalità della produzione cinematografica e televisiva di David Lynch a partire dalla sua prima sperimentazione Eraserhead fino ad arrivare all’ultimo, controverso ed estremo film del regista.
La filmografia lynchiana non si è limitata a un unico genere, ma – come dimostra il documentario – ha privilegiato l’horror e il noir psicologico ed è caratterizzata da una ricorrenza di tematiche trattate. David Lynch, infatti, nei suoi lavori dedica ampio spazio alla provincia, al contempo ridente e orrorifica, rifugio e trappola. Nelle villette a schiera con il giardino si annida spesso la perdizione: in questo contesto i criminali, spesso figure anonime o apparentemente rispettabili, possono agire indisturbati, commettendo crimini efferati in totale tranquillità. Parallelamente, questo documentario-omaggio analizza lo star system hollywoodiano, visto attraverso il punto di vista di Lynch: non una fabbrica dei sogni, piuttosto una fabbrica in rovina. Il film, inoltre, critica la superficialità del sistema produttivo di Hollywood che sacrifica la creatività per il successo.
David Lynch, une énigme à Hollywood non è solo un documentario, ma un viaggio nell’incoscio di uno dei registi più influenti degli ultimi decenni. Nelle fasi di montaggio, le immagini di repertorio sono state impreziosite dall’importante contributo di vari collaboratori e familiari del defunto Lynch, uno su tutti Kyle MacLahan, l’agente speciale Dale Cooper di Twin Peaks. La regia è molto rigorosa ma anche rispettosa dell’universo narrativo lynchiano. In conclusione, David Lynch, une énigme à Hollywood è un film che affascina e, presentando un David Lynch completamente inedito, arricchisce lo spettatore.
Carlotta Profico