Eau Zoo, della regista belga Emilie Verhamme, è un’opera prima tanto affascinante, quanto contorta. Fa parte della sezione Festa Mobile, una delle più ampie e varie di tutto il Festival.
Il film racconta l’amore travagliato di due novelli Romeo e Giulietta, Martin e Lou i quali fanno parte di una piccola comunità ristretta e conservatrice, fedele alle proprie tradizioni tanto da sfiorare la paranoia. Gli adulti, perennemente terrorizzati da una minaccia probabilmente inesistente proveniente dal continente, costringono i loro figli a vivere come dei prigionieri nel loro stesso villaggio.
In una situazione a metà tra Il signore delle mosche e le tragedie di Ibsen, vediamo una piccola società chiusa in cui i giovani cercano di ribellarsi ai propri genitori, cercando di rovesciare il sistema rigido e conformista di cui fanno parte. La forza che scatenerà la ribellione dei due protagonisti viene innescata quando gli adulti decretano che le ragazze diciottenni devono andare in moglie non ai giovani coetanei, come sarebbe normale, bensì a uomini maturi. È questo che spinge Martin a cercare di scappare, grazie ai pochi soldi messi da parte, insieme a Lou; ma la mancanza di fiducia tra loro e la paura, li porteranno a una conclusiva e categorica spirale distruttiva.
Eau Zoo è un film molto interessante ma poco chiaro sia a livello narrativo che registico, a causa di movimenti di macchina un po’ stranianti, seguiti da raccordi decisamente strani. L’idea però è decisamente buona: mostrare questa lotta generazionale che, in qualsiasi epoca la si inserisca, è sempre attuale.