Molti stereotipi vengono messi in discussione con tenera ironia in La verità sugli amori e scritto e diretto da Jamie Patterson, questo film, scelto da Giovanni Minerba per la sua Carte Blanche. L’anziana drag queen Jackie Collins, interpretata con disarmante maestria da Derren Nesbitt, non è aderente al modello di drag performer cui siamo abituati: a detta sua, infatti, è eterosessuale, e ha avuto una moglie ed una figlia. Questo suo orientamento non l’ha in ogni caso protetta dall’astio e dalle discriminazioni che essere una drag queen comportano, dato che la moglie una volta scoperta la vera professione di quello che lei conosceva come Jack lo aveva escluso con durezza dalla sua vita, causando anche la frattura del rapporto del marito con la figlia. Solo da ormai dieci anni, il protagonista si trova a misurarsi senza alcun aiuto con una diagnosi che gli lascia poco tempo da vivere, ma con una forza inaspettata per chi vive nella sua condizione, non rinuncia alla sua carriera sul palco, anche se il medico glielo sconsiglia caldamente. Non a caso il film si apre con un’appassionata esibizione in lip sync sulle note di I Will Survive.
La vita di Jackie pare essere avviata a un declino repentino e solitario nonostante la tenacia leonina della showgirl veterana, quando al locale in cui lavora arriva una nuova giovane performer, Faith (interpretata da Jordan Stephens): cacciata di casa dal padre come molti altri ragazzi appartenenti alla comunità LGBTQ, Faith non si identifica nell’idea binaria di genere, è irriverente e canta benissimo. A seguito di un’aggressione omofoba che le porta entrambe a passare una notte in ospedale, Jackie e Faith instaurano un’amicizia che permette loro di riscoprire la bellezza di un rapporto umano onesto e disinteressato e di confrontarsi su tematiche importanti come identità, mortalità e rifiuto familiare.
Jackie e Faith non vogliono permettere che una vita tanto pregna scivoli via senza un’ultima fiammata, e il film le segue nella spunta dei diversi obiettivi della bucket list delle esperienze ancora da compiere da Jackie: tra tatuaggi, maldestre prime esperienze con la droga e tentativi di riconciliazione, la trama è simile a quella di molti altri film, ma la prevedibilità non sminuisce la performance eccezionale degli attori protagonisti, che sovvertono degli stereotipi proprio in una nicchia in cui questi ultimi non dovrebbero avere posto, strappandoci risate e anche non poca commozione. Dialoghi brillanti ed una fotografia molto curata sono inoltre dei punti di forza di non poco conto per un’opera che ha già riscosso molto successo in altri festival a livello internazionale e lascerà certo un’impressione durevole.