Spesso dolore e sofferenza possono essere motori potenti, possono spingere le persone verso direzioni inaspettate: è così che nel lontano 2007 inizia la storia di CasaOz.
CasaOz, prima di essere un associazione Onlus, è una Casa diurna che accoglie le famiglie i cui figli hanno incontrato la malattia, qualunque essa sia. Nasce della volontà della sua direttrice, Enrica Baricco, la quale ha avuto la sensibilità e la forza di interrogarsi su come fosse possibile alleviare quella sofferenza che lei conosce bene. La risposta è stata dunque la creazione di un porto sicuro in cui non solo i bambini hanno la possibilità di giocare, imparare e fare i compiti, ma anche i genitori possono trovare un orecchio disposto ad ascoltarli, o più semplicemente un luogo in cui possono sedersi e riprendere fiato.
Raccontare la storia di questa famiglia allargata ha ben presto rappresentato una necessità per la sua direttrice e l’opportunità per il regista Alessandro Avataneo di realizzare un documentario che potesse restituire il significato di questa struttura. CasaOz, questo il titolo, è un affresco corale che racconta la vita di cinque dei suoi protagonisti, cinque “supereroi”, come li definisce lo stesso regista: Marco, Andrei, Diego, Pietro e Micol .
Racconta Avataneo: “Di solito chi si avvicina alla malattia è perché ha vissuto un episodio in famiglia. Io invece volevo fare un film sulla cosa che mi più mi spaventava: la malattia. E così ho deciso di andare nel luogo dove hanno capito come si affronta questo problema.”
Questi supereroi non hanno una corazza scintillante, né tanto meno sanno volare, però si trovano costretti a combattere una lotta perenne contro nemici interni, invisibili agli occhi, che sono le loro malattie e le loro disabilità. Infatti: “Anche chi guarisce rimarrà per sempre segnato: è una lotta epica” afferma il regista. I loro superpoteri risiedono nella forza, nella resistenza ad un dolore impensabile. Prosegue Avataneo: “Sono persone fuori dal comune in tutti i sensi: ti obbligano a spostarti dalla tua zona di comodità ed avvicinarti, andare verso di loro e imparare a comunicare nel loro linguaggio. Il loro potere è enorme; è il potere massimo che l’umanità possiede: obbligare le persone a modificare le proprie certezze ed entrare in un altro mondo”.
Raccontare queste storie in un momento in cui tutto sembra perdere significato vuol dire tornare alle cose primarie, per cercare di dare una risposta al senso d’ingiustizia che si prova di fronte alla malattia che rovina, che spezza. Questa e tante altre storie si incrociano e continueranno ad incrociarsi con quelle di tanti altri piccoli eroi, inconsapevoli maestri di vita e di un’impresa sociale rivoluzionaria. Tante altre piccole avventure saranno raccontate attorno alla tavola da pranzo di CasaOz, un luogo magico un po’ famiglia, un po’ scuola, un po’ circo.