Il filo conduttore di Per tutta la vita, primo film della sezione curata da Paolo Virzì, è il divorzio, declinato sotto diversi punti di vista.
L’occasione che ha portato la regista Susanna Nicchiarelli (già affermatasi per due lungometraggi e in particolare per Cosmonauta nel 2009) ad occuparsi di questo fenomeno sociale è stato l’anniversario del Referendum che nel 1974 portò l’Italia a schierarsi a favore o contro il divorzio.
La particolarità del documentario risiede nell’affrontare questo tema in maniera sfaccettata, ponendo un’attenzione particolare all’aspetto intimo delle storie personali che s’intrecciano sullo schermo. Infatti i protagonisti sono persone comuni che raccontano il divorzio secondo le loro “competenze” ed esperienze.
La zoologa Monica parla della monogamia nelle diverse specie animali iniziando con gli uccelli, passando per i lupi e le scimmie e finendo con gli esseri umani. Il divorzista Silvio affronta l’aspetto legislativo e tecnico della legge e si lascia andare a confessioni personali nel momento in cui interviene la moglie Sveva. Guido e Paola, genitori del montatore del documentario, ripercorrono la loro storia prima d’amore, poi di matrimonio e infine di divorzio.
A queste interviste si alternano filmini familiari della Nicchiarelli commentati dalla voce fuori campo dei suoi genitori (ancora felicemente sposati) e filmati originali delle Teche Rai che ripropongono gli slogan elettorali di Berlinguer, di Fanfani e anche le inserzioni di Pubblicità Progresso pro divorzio con Gianni Morandi e famiglia.
Questo mescolarsi di testimonianze e di fonti è utilizzato dalla regista per definire il significato del matrimonio e del divorzio, e soprattutto per verificare cosa è cambiato con il passare degli anni.
La monogamia è un fatto naturale o sociale? E in che modo la donna è riuscita a liberarsi dal suo ruolo di madre e moglie dopo quel Referendum? Queste sono tutte domande che non hanno necessariamente una risposta, ma l’intento della Nicchiarelli è quello di porle e cercare fatti e opinioni che possano contribuire a sviluppare opinioni motivate.
Ciò che colpisce nel film è l’atmosfera intima e personale che si crea (complici i protagonisti, parenti e amici della regista) e in particolar modo la lucida consapevolezza della mamma della Nicchiarelli che, mentre guarda il filmino del suo matrimonio, dice che il divorzio ha avuto senso nel momento in cui la donna ha capito di essere libera e quindi di avere da sola un suo ruolo nella società, cosa che prima non era immaginabile. E, infine, aggiunge che l’espressione “per tutta la vita” dopo il ’74 passò dall’avere un significato assoluto ad uno decisamente relativo.