“Ero completamente assorto nello schermo, nella piazza di Nazareth, insieme ad altre migliaia di persone e attendevamo il verdetto finale di Arab Idol; nel momento della vittoria ho saltato e ho esultato come un bambino.” (Hany Abu-Assad)
Ieri mattina in sala Conferenze stampa erano presenti Hany Abu-Assad e Amira Diab, regista e produttrice di “Ya tayr el tayer” (“The Idol“), film che racconta l’incredibile storia di Mohammad Assaf, vincitore del talent “Arab Idol” nel 2013. Il regista ci svela fin da subito di aver cambiato alcuni particolari della vita del ragazzo, ad esempio sua sorella maggiore morì da piccola a causa di un problema cardiaco, mentre nel film muore per un’insufficienza renale: scelta che sembrava visivamente più interessante.
Il film è girato in Palestina, e la produttrice Amira Diab ci racconta che se vivere a Gaza è difficile, ancora di più è girarci un film. Ci sono stati enormi problemi in quanto gli israeliani non hanno permesso di girare l’intero film a Gaza ma solo di entrarci per tre giorni. Inoltre “al confine siamo stati umiliati”, continua Amira, “le guardie volevano in qualche modo punirci per il fatto di voler entrare per girare un film. Sul piano emotivo è stato molto difficile e, in particolar modo lo è stato vedere le devastazioni dei bombardamenti del 2013, ma essendo con dei bambini era nostro compito continuare a mostrarci felici.”
La scelta di non sottotitolare le canzoni – spiega il regista – è stata fatta affinché gli spettatori si concentrassero sulle immagini e sull’esecuzione piuttosto che sul testo. Ad ogni modo ci sono canzoni che riguardano l’amore, l’amata sorella, il futuro e la speranza.
The Idol, venduto in tutto il mondo, ha avuto la sua anteprima mondiale al Festival di Toronto e in seguito è stato presentato al Festival di Londra e ora a quello di Torino. Uscirà nelle sale italiane verso fine marzo.