Nel mondo dei videogames, l’espressione sequence breaking significa rompere la sequenza prestabilita degli eventi all’interno del gioco. Superare cioè i vari livelli senza completare tutti i passaggi e le azioni richieste dal gioco stesso. Se siete riusciti in qualche modo ad ottenere oggetti utili in anticipo, o a saltare segmenti del gioco per portarlo a compimento più velocemente, allora potete dire di aver compiuto una sequence break. Oz è un ragazzo solitario che lavora in una sala giochi piena di videogames vintage risalenti agli anni ’80. Trascorre gran parte delle sue giornate a riparare vecchi videogiochi non funzionanti e ad assemblarne di nuovi con i pezzi ricavati. Nell’ultimo mese di lavoro al negozio, che sta per chiudere definitivamente i battenti, Oz si imbatte contemporaneamente in Tess, che diventa la sua ragazza, e in un misterioso gioco arcade che sembra avere proprietà metafisiche e poteri ipnotici su chi lo usa.
Incominciata una partita, il giocatore entra in uno stato di alterazione psicofisica e rimane fortemente segnato anche nella vita reale. Il protagonista si ritrova quindi bloccato in un limbo esistenziale da cui non riesce ad uscire, ma quando anche la ragazza di cui è innamorato cade vittima del gioco, Oz, nel disperato tentativo di salvarla, dovrà trovare una via traversa. Dovrà trovare la sequence break che gli permetterà di battere il gioco.
Con alle spalle un’adolescenza trascorsa nella sale giochi, il giovane regista Graham Skipper ha scelto, nella sua opera prima, di esplorare proprio l’universo dei videogames. Come racconta in conferenza stampa, la storia del protagonista rispecchia in parte quella della sua vita. Oz è un ragazzo che si rifugia in una bolla di nostalgia, quella per i videogiochi legati alla sua adolescenza da cui è difficile staccarsi, ma è ora giunto il momento per lui di capire chi è, guardare avanti e scegliere per il suo futuro. Gli anni ’80 sono quindi centrali nell’estetica del film, benché sotto la forma di un passato da cui è difficile separarsi.
Evidenti sono i richiami al cinema tecno-carnale di David Cronenberg, riscontrabili nel rapporto di fusione fisica e mentale che lega Oz al videogioco. Sul piano della fotografia invece, il regista racconta che fonte di ispirazione sono stati gli horror di Dario Argento, a cui si è ispirato per l’utilizzo dei colori. A fare da collante a tutto questo una colonna sonora composta da musica elettronica tipicamente anni ‘80, che risulta perfetta nel sostenere il ritmo del film.
Ipnotico e penetrante, Sequence Break è un’interessante opera prima che lascia ben sperare per i futuri lavori del regista. Se siete in cerca di un horror fantascientifico vecchio stile, e ogni tanto anche voi avete nostalgia dei videogiochi di una volta, questo è il film che fa per voi.