Howie (Brendan Meyer) ha sedici anni ed è in balìa della sua vita. I genitori vogliono divorziare, o almeno così sembra, a scuola una compagna di suo fratello dimostra interesse per lui, che però non ha occhi che per la ragazza bellissima con cui prende sempre l’autobus. Non si sono mai parlati, lei è più grande e lui così impacciato, ma quando i loro sguardi si incrociano, sorridono entrambi.
Melissa B. Miller vuole consegnarci un’opera prima di valore universale, e ci riesce benissimo: parla di se stessa, ma anche di tutti noi, in una New York che potrebbe essere una qualunque città, in qualunque tempo. Il film dura un’ora e mezza e in quel tempo non racconta altro che la vita di un ragazzo che, come a tutti è capitato in adolescenza, si sente schiacciato da un mondo troppo veloce, da una vita che gli sta sfuggendo di mano, dalle responsabilità che sente di doversi prendere, ma non sa come. E l’autrice riesce a mostrare tutto questo con leggerezza, senza mai essere scontato, sfiorando grandi problemi e, soprattutto, parlando di quanto fa paura la vita adulta quando si avvicina a grandi passi.
La regista, come lei stessa racconta nella conferenza stampa, è riuscita a trovare il giusto modo di lavorare sia con attori esperti come Molly Ringwald e Brian d’Arcy James (rispettivamente, la madre e il padre del protagonista), che con Brendan Meyer, ancora alle prime esperienze sul set di lungometraggi.
All These Small Moments è una storia delicata, un film americano che indossa i panni della commedia francese, e scopre che gli stanno benissimo. Non ci sono fatti eclatanti o colpi di scena spettacolari: solo la vita che si srotola e si aggroviglia davanti ai nostri occhi, investita dalla luce particolare dell’adolescenza. Così una sera in casa può apparire grigia, mentre una ragazza sull’autobus sembra illuminata da una luce angelica, non solo dal sole che attraversa i finestrini. Un film sui piccoli, grandi fatti di una crescita che, alla fine, non investe solo Howie, ma tutti i personaggi.
Perché, in fin dei conti, se ci chiedessero qual è il momento che più di tutti ci ha formati come persone… cosa risponderemmo?