“TREVICO-TORINO” DI ETTORE SCOLA

“Però voi studiate… avete studiato! Se no come fate a dire che i libri sono cucciardi? Ma io questo lo voglio capire. Poi potrò criticare. Ma dopo, e non soltanto perché lo dite voi.” 

Così Fortunato romba quando viene sommerso dalle parole idealiste degli studenti e operai. Era il 1973, ed Ettore Scola presentava Trevico-Torino (Viaggio nel Fiat-Nam), uno dei suoi lavori più politicamente coinvolti. Girato su stampo documentaristico, il film segue Fortunato, un ragazzo giunto da Trevico a Torino con l’aspettativa di impiego alla Fiat.

Il film solleva tematiche di livello pubblico, denunciando la miseria in cui gli immigrati meridionali erano costretti a vivere una volta giunti nelle città industriali, senza alloggio e senza alcun sostegno umano, con l’illusione ingenua di poter mantenere la propria famiglia. Il regista, nato proprio a Trevico, coinvolge nel suo progetto gli operai della Fiat, che compaiono a condire la cornice sociale della pellicola narrando le loro storie ed illustrando i loro scoramenti. A tal proposito Scola constaterà: “Trevico-Torino è nato a Torino giorno dopo giorno: di deciso, c’era soltanto il desiderio di osservare la condizione degli operai immigrati dal Sud.”

A due anni di distanza dalla scomparsa di Ettore Scola, Torino rende omaggio al regista che ne catturò gli angoli più bui, tra l’assistenza sociale, le notti alla stazione di Porta Nuova e la mensa dei poveri. Trevico-Torino è una storia senza tempo, perché la cinepresa mira sulla condizione di eterno travaglio dell’operaio medio, che oscilla tra la smania di migliorare la propria situazione e la necessità di provvedere ai cari con il magro stipendio. Scola ingabbia Fortunato in uno stato vagabondo, prima alla catena di montaggio, poi alle lamiere, prima rivoluzionario, poi più giudizioso. Un immigrato sballottato a piacere dai “padroni”, incapace di integrarsi a scuola o al lavoro: il film si dimostra di un’attualità agghiacciante.

Presentato nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival, Trevico-Torino è uno dei due restauri proposti dalla programmazione. Il film fu proposto dal Museo Nazionale del Cinema nel 2016 in seguito alla scomparsa del regista campano; la scarsa qualità della pellicola conservata, causata dai danni da usura e dal decadimento dei colori, richiamò l’attenzione su un restauro necessario. Due anni dopo, con la collaborazione della Cineteca di Bologna, l’Istituto Luce-Cinecittà di Roma, l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di Roma, ed il sostegno della famiglia Scola, si è potuto godere di questo film storico, pietra miliare della documentazione e denuncia sociale dell’Italia negli anni successivi al Miracolo economico.

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