Julie Lecoustre ed Emmanuel Marre presentano fuori concorso il loro primo lungometraggio, una storia che si muove lungo un doppio binario: la rappresentazione quasi documentaristica degli assistenti di volo di compagnie low-cost e l’analisi introspettiva della protagonista, che non riesce a elaborare un lutto.
Cassandre (Adèle Exarchopoulos) è una giovane assistente di volo presso Wing (alias Ryanair), costantemente pronta ad affrontare efficientemente il suo lavoro nonostante la sveglia all’alba, i continui spostamenti in tutta Europa e la forte pressione per aumentare le vendite di profumi durante il volo. La frenesia tipica di questo mestiere, infatti, è la sua quotidiana evasione da se stessa e da un trauma non ancora risolto. Il titolo esprime efficacemente l’attitudine con cui Cassandre affronta la vita in volo e nel suo tempo libero: non ha legami forti con amici o colleghi, le sue frequentazioni durano quanto l’intervallo tra uno scalo e l’altro e non ha realmente messo radici in nessun luogo.
Tuttavia, questo suo menefreghismo non si trasforma mai in cinismo o disinteresse, diventa anzi lo spirito guida per godere del presente senza troppe preoccupazioni. La sua noncuranza, in fondo, è una maschera necessaria a proteggersi da se stessa; eppure, basta una telefonata per aggiornare il piano tariffario del cellulare per scoperchiare una ferita ancora aperta, la morte della madre.
Inizia così a emergere il lato nascosto della protagonista, quello più sensibile ed emotivo, e, parallelamente, i registi mettono in luce il dietro le quinte della compagnia aerea: esemplari sono gli addestramenti che prevedono massaggi cardiaci eseguiti in divise troppe strette, sorrisi imperturbabili che devono durare trenta secondi e contatti visivi che devono manifestare leadership. Non a caso, sarà proprio l’eccessiva sensibilità e disponibilità di Cassandre con una passeggera a determinare il suo licenziamento.
La ragazza, quindi, torna improvvisamente a casa, dove si scopre a disagio in una realtà che non frequenta più da tempo. Lì, spiegando e difendendo la sua carriera e la sua personale visione della vita agli amici e alla famiglia, si concilia sempre di più con se stessa, espiando i sensi di colpa che la affliggono.
Il duo di registi francesi mostra l’altra faccia di quel capitalismo che rende possibili servizi disponibili 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, a prezzi irrisori e allo stesso tempo, scava dentro l’oscurità della tragedia di Cassandre, che cercherà di far finalmente pace con se stessa.
Laura Anania