«I am not in danger, I am the danger». La celebre frase pronunciata da Walter White in Breaking Bad potrebbe essere il plot twist di Untitled Home Invasion Romance, esordio alla regia di Jason Biggs. L’attore di American Pie (Paul Weitz, 1999) abbandona la teen comedy per la dark comedy, mostrando un controllo sorprendente dei tempi comici, sia davanti sia dietro la macchina da presa. Non reinventa il genere, ma lo gestisce con una sicurezza che molti registi più navigati non possiedono.
Tutto ha inizio quando Kevin (Jason Biggs), nel tentativo di salvare un matrimonio ormai in crisi, mette in pratica un’idea tanto folle quanto disperata: organizzare una finta irruzione in casa, seguendo il copione di una sceneggiatura da lui stesso scritta dal titolo profetico Untitled Home Invasion Romance. L’amico attore, chiamato a interpretare l’aggressore, muore davvero per mano della moglie: la polizia arriva, gli equivoci si moltiplicano, una seconda invasione colpisce la casa e si scatena una carneficina.
In questo film Biggs ribalta i ruoli archetipici del racconto cinematografico: l’eroe si rivela un codardo e la damigella in pericolo una predatrice. Suzie (Meaghan Rath), ricca, affermata ma infelice, scopre che ciò che la rende viva è il rischio: da vittima terrorizzata si trasforma dapprima nell’unica vera eroina della storia e poi in una final girl capace di eliminare senza esitazioni i veri aggressori. Kevin, al contrario, fallisce in ogni prova, arriva tardi al primo “salvataggio” e, nascondendosi, assiste impotente alle gesta di Suzie durante il secondo assalto. La dark comedy di Biggs funziona perché ribalta la dinamica di genere e quella sentimentale. Suzie non cerca un eroe: lo diventa lei stessa, lasciando Kevin e lo spettatore spiazzati davanti a una verità scomoda e comicamente irresistibile. Non è l’amore a salvare la coppia, ma il sangue versato lungo il weekend.
Niccolò Bedino
Articolo pubblicato su “la Repubblica” online il 26 Novembre 2025.
