
Che cosa succederebbe se l’ingenua Cabiria di Fellini finisse catapultata nel dissacrante universo filmico di John Waters? Fucktoys, opera prima diretta e interpretata da Annapurna Sriram – presentata in concorso alla 43ª edizione del Torino Film Festival – risponde a questa domanda creando un’atmosfera glamour e scintillante che richiama gli anni ’70 e l’estetica camp.

AP (Annapurna Sriram) vive a Trashtown, città riflesso di un’America decadente e repressiva, è una sexworker che sfrutta e si fa sfruttare da quella classe borghese che più trae profitto proprio da quel mondo di reietti che finge di voler cancellare. La vicenda inizia con la ragazza che, complice il consulto di una cartomante, scopre di dover pagare mille dollari per liberarsi da una maledizione che la perseguita. Questo evento metterà alla prova le capacità di AP di guadagnarsi da vivere. La protagonista, dotata di una leggerezza e vivacità contagiose che la fanno emergere da quel cupo degrado urbano, è circondata da personaggi ambigui e bizzarri: dei veri e propri freaks postmoderni ma incredibilmente genuini. In particolare, il ritorno di Danni (Sadie Scott), vecchia fiamma di AP, diventa uno snodo fondamentale del racconto.
Fucktoys offre al pubblico una schietta commedia queer girata in 16mm: viaggio al femminile denso di incontri e personaggi dai toni grotteschi e surreali. Tuttavia, se nell’impostazione narrativa risulta convincente, nello sguardo registico si rivela fragile e la libertà radicalmente femminista che traspare dagli intenti risulta depotenziata proprio nella scelta delle immagini che la mettono in scena.
Giada Franzoni
“Articolo pubblicato su La Repubblica di Torino online, novembre 2025”