Si apre la sezione del TFF Italiana Doc con Habitat – Note personali, con cui Emiliano Dante ritorna al Festival dopo aver esordito cinque anni fa con Into the Blue.
Il suo obiettivo è sempre lo stesso: mettere in scena il dramma dell’Aquila. Protagonisti sono lo stesso regista e i suoi due ex compagni di tenda: Alessio e Paolo. Emiliano vive in una delle abitazioni del Progetto C.A.S.E. ed è fidanzato con Valentina che invece vive ancora nella sua casa originaria; Alessio fa l’agente immobiliare e vive con Gemma in una casa dall’affitto bassissimo perché ex terremotata e circondata dalle macerie; infine Paolo, diventato pittore dopo la strage, non sa cosa aspettarsi dal domani e dalla nascita della figlia.
Tutti si confidano nel modo più sincero con il loro amico Emiliano senza un filo di vittimismo. Nonostante siano spaventati da questa città fantasma, alcuni di loro hanno provato a seguire i compagni emigrando, ma qualcosa li fa tornare a casa loro.. “Cosa sogni Emiliano?” pare una domanda che guarda al futuro, ma in realtà si riferisce sempre alla stessa idea fissa, allo stesso incubo: il terremoto.
E’ un documentario anomalo che non si apre banalmente con una panoramica sulle macerie della città ma con una ripresa fissa sui protagonisti in automobile mentre, come ogni giorno, percorrono 14 chilometri per raggiungere il paese. Le case, infatti, sono state costruite molto lontane dall’Aquila per favorire la ricostruzione del centro storico, ma i panni stesi sui balconi diroccati fanno capire che l’orologio è fermo al 6 Aprile 2009.
Le immagini sono in bianco e nero per rappresentare una città dimenticata dai riflettori dei media. Emiliano Dante è produttore, regista, sceneggiatore e interprete del film e ci fa toccare con mano la solitudine e l’abbandono che si respira all’Aquila: “Non voglio concludere con la ripresa collettiva della fiaccolata in memoria della strage, perché all’Aquila ci si sente soli”.