Quello di Craig Roberts, classe 1991, è un esordio tutto da lodare. Nella sua “strana commedia”, Just Jim, ricopre contemporaneamente i ruoli di sceneggiatore, regista e attore. Quando in conferenza stampa gli si fa notare che oltre a stare benissimo dietro la macchina da presa ha anche la stoffa dell’attore comico, lui inevitabilmente risponde con una battuta: “Non sono uno smodato egocentrico, davvero. È stata una semplice questione di budget: giravamo con pochissimi soldi e, sapete, bisogna sempre portarne a casa il più possibile.”
Il film è la storia di Jim, un adolescente gallese depresso e strambo, che sembra passare inosservato agli occhi di insegnanti e genitori. Tutta la prima parte è tesa a far avvicinare gli spettatori al nichilismo del sedicenne: “Volevo che il pubblico si annoiasse come mi annoiavo io da adolescente, ma ad un certo punto nasce quasi spontaneamente l’idea di un personaggio che faccia da contraltare a Jim, che cambi il ritmo del racconto e che getti luce sulla sua grigia esistenza”. Chi meglio di Dean, il cui nome è già di per sé una garanzia. Il nuovo vicino di casa di Jim è un ragazzo vestito alla Gioventù bruciata, sfrontato, sicuro di sé, misterioso, profondamente diverso dal pallido protagonista. Sotto la sua ala protettiva e dopo innumerevoli ed esilaranti episodi, Jim imparerà a convivere con la sua diversità e il mancato consenso altrui, rallentando finalmente la sua corsa verso l’imperativo di essere cool. Cool: esattamente cosa significa? “Non sono proprio la persona adatta a cui chiederlo! Immagino abbia a che fare con il vivere un certo stile di vita americano, fumare, usare un linguaggio molto esplicito… l’idea che ne ho io è davvero vaga e nel film, come ho fatto nella vita, corro – letteralmente – dietro a questa etichetta.”La parabola della formazione di Jim è tutta mantenuta in campo medio, con una certa distanza nei confronti degli attori. È una scelta linguistica ben precisa: solo nel momento in cui arriva Dean a spezzare il ritmo lento il regista decide di inquadrare i due ragazzi insieme senza avvicinarsi troppo, perché “nella vita vera il campo e controcampo non esiste”. Spiegando le sue scelte dietro alla macchina da presa, Roberts parla molto dei film e dei registi che lo hanno influenzato: Roy Andersson (“ma a dire il vero, tutti gli Andersson o Anderson sono bravi al cinema!”), Taxi Driver, “il miglior film di sempre, a tratti esilarante” e King of Comedy, sottolineando l’importanza di divertire lo spettatore: “Un film senza un minimo di comicità è quasi un insulto per chi lo guarda”.
Possiamo contare a breve su un suo prossimo lavoro “Fino a quando ci sarà qualcuno che avrà soldi da sprecare, sicuramente sì.”