Antonietta De Lillo è “nata condivisa”, come piace dire a lei.
Ce l’ha fatto capire con Pranzo di Natale nel 2011 e ce lo ha rispiegato in occasione di questo Torino Film Festival, in una sala del Cinema Massimo senza nemmeno una poltrona libera.
Oggi insieme domani anche è il suo secondo film partecipato, realizzato selezionando decine di filmini di famiglia, interviste, immagini d’archivio, contributi video improvvisati da chi ha accettato il suo invito a raccontare cos’è l’amore. C’è spazio per tutti, soprattutto per corti d’autore già conosciuti e premiati, come Solo da tre giorni di Yuki Bagnardi e Teresa Iaropoli, che ha vinto MoliseCinema nel 2013.
“Ho voluto fare un film partecipato” – spiega De Lillo – “perché si parla sempre di vita sostenibile, cibo sostenibile e mai di cinema sostenibile: un’occasione per portare in giro per l’Italia dei lavori artistici e unire le forze”. Questa è anche l’idea alla base di Marechiaro, la casa di produzione fondata dalla regista nel 2007 per un cinema che conserva la memoria e che “non butta via niente”.
A quarant’anni dai pasoliniani Comizi d’amore , oggi è un crowdsourcing a cercare di definire il sentimento più sfaccettato e inafferrabile che ci sia.
C’è l’amore del “per sempre” e dell’abito bianco, l’amore non dichiarato, l’amore adolescente e quello a distanza. C’è tanto spazio anche per l’odio, l’individualismo, l’abbandono, per chi un compagno di vita non l’ha ancora incontrato, per chi ormai non ci spera più.
Ma soprattutto c’è l’amore usato come lente d’ingrandimento per indagare i cambiamenti avvenuti nella nostra società. Ci scontriamo con la disoccupazione, la crisi economica che diventa crisi tout court, l’immigrazione e la difficoltà di confrontarsi con culture diverse, il cambiamento dei costumi sessuali. Una società che barcolla e forme di amore varie ed eventuali: famiglie tradizionali, allargate, famiglie esplose per poi essere riassemblate; diverse e intense testimonianze raccontano la separazione come un “passaggio ad altro”, oltre i rancori e le ostilità personali, cercando il modo per poter essere capaci di stare insieme anche quando tutto è finito.
In sala si ride (eccezionali i battibecchi fra Luisa Adorno e il marito), ci si emoziona e, inevitabilmente, si riflette e ci si riflette. A fine proiezione, Antonietta De Lillo promette nuovi progetti partecipati. E per il TFF del prossimo anno? “Forse un film vero, stavolta, da brava regista”. Noi la aspettiamo.