Protagonisti della sezione After hours sono senza dubbio Gay Maddin e Evan Johnson con il meraviglioso The Forbidden Room, un film che sciocca e lascia a bocca aperta se si pensa a quanta maestria c’è in quest’opera così fuori dagli schemi.
The Forbidden Room è un omaggio al cinema degli anni ’20 e ’30. perché Maddin ha imitato i film del muto e dei primi anni del sonoro con atmosfere espressioniste in chiave post-moderna.
La trama, eccentrica, è intrisa di ironia, strutturata a scatole cinesi (all’interno di una storia si trova un’altra storia; poi un’altra e così via). Ammetto che è difficile stare dietro a tutta la matassa narrativa: nei 120′ del film lo spettatore si trova immerso in un trip allucinogeno (e oserei dire: che trip!). Si è bombardati da immagini sfocate, granulose, con colori snaturati, bruciati.
Tutto inizia con un signore che ci spiega come si fa il bagno. Questa è vicenda che incornicia le altre narrazioni. Si inizia con un sottomarino al cui interno alcuni marinai hanno problemi di ossigeno; ad un certo punto compare dal nulla un boscaiolo ed inizia allora a propaga la matassa narrativa. Via via che si va avanti la trama si complica. Questa confusione affascinate è generata da un montaggio tutt’altro che tradizionale (se vogliamo anche un po’ sperimentale), dalla sovrapposizione di immagini, da vortici che si muovo sullo schermo e da attori che, gira e rigira, compaiono in vari ruoli. Ho usato l’aggettivo affascinate per definire la confusione perché il film è tanto singolare, tanto diverso dal solito, tanto radicalmente ostile ad ogni convenzione, che ammalia il pubblico.
Maddin con quest’opera ha fatto breccia in un pubblico di nicchia ma sicuramente ha anche conquistato nuovi spettatori, avvicinandoli ad uno stile fantasmagorico. I dialoghi e le musiche sono ricche di ironia. Non si può dire di no ad un’opera del genere: sfidate voi stessi a vedere qualcosa fuori dagli schemi.