Al centro della storia due adolescenti, Daniel e Theo, i Microbo e Gasolina del titolo. Uniti da grande amicizia decidono di sfruttare le abilità meccaniche di Theo per costruire un’automobile con la quale girare la Francia durante le vacanze estive. Il tutto all’insaputa dei loro genitori.Gondry qui mantiene il suo stile narrativo delicato e poetico e limita i suoi interventi visivi, fatti di manipolazione del tempo e dello spazio, a poche pennellate, la maggior parte delle quali pressoché impercettibili. Le tracce più evidenti consistono in due sequenze oniriche di Daniel, nelle quali il tempo scorre al contrario.
Il film si configura come un buddy-buddy movie, con la coppia di adolescenti che si lanciano nell’avventura. Ma si rivela molto più di questo. Gondry usa la metafora del viaggio attraverso la Francia dei due giovani interpreti per parlarci di crescita, di adolescenza, del sentirsi diversi, di tempo e di scelte.
I due protagonisti si sentono profondamente diversi dai loro coetanei e incompresi dalle famiglie; per questo decidono di partire, di fuggire dal mondo. Il tempo qui si configura come il tempo dell’adolescenza e dell’incoscienza, che cede il posto all’età adulta e alla responsabilità. Le scelte dei due protagonisti sono scelte fatte e non fatte, con le quali bisogna imparare a convivere e che contribuiscono alla costruzione della propria identità.
Tutti questi argomenti confluiscono nel tema della maturazione e della costruzione identitaria che si compie negli anni dell’adolescenza. A questo processo contribuiscono esperienze vissute e scelte affrontate. Il finale è aperto, in quanto non si tratta di una storia autonoma, ma di un capitolo della storia di questi ragazzi.
Luca Bovio, studente del Corso di Critica cinematografica (DAMS, a.a. 2015-2016)