“CASTING” DI NICOLAS WACKERBARTH

Un film che ruota intorno a una scelta, capace di creare un’attesa in cui lo spettatore viene coinvolto fino alla fine. Davanti a noi si apre uno scenario realistico di un casting finalizzato alla scelta dell’attrice protagonista per il remake di Le lacrime amare di Petra von Kant di Fassbinder. Sfortunatamente la regista, a sei giorni dall’inizio delle riprese, sembra non voler decidere, lasciando l’intera troupe nell’incertezza della realizzazione del lavoro. Il film si pone come una metafora della società contemporanea, in cui si è costantemente dipendenti dalle capacità produttive e finanziarie.

Finché non si hanno informazioni sul cast, non si ha la possibilità di reperire finanziamenti e si rimane in questo limbo di incertezza – afferma lo stesso Wackerbarth durante la conferenza stampa. Ed è proprio la paura che attanaglia le varie figure professionali che orbitano intorno al film la costante di Casting.  Una paura che coinvolge lo spettatore, fortificata dalla crisi di mezza età delle attrici che si susseguono per essere scelte nel ruolo di Petra. Crisi a cui non rimane indenne nemmeno la regista, alla sua opera prima, ma ormai avanti con l’età e che, con la sua costante indecisione risulterà crudele ed egoista, quasi insensibile davanti alle responsabilità che dovrebbe avere nei confronti dei suoi collaboratori. Il film vuole mostrare la crisi dei quarantenni – come viene definita da Wackerbarth stesso – in un circolo di dubbi che sembra intrappolare i personaggi nel difficile e delicato passaggio tra i casting e l’effettiva realizzazione dell’opera.

 

La precarietà costante della nostra società aiuta lo spettatore a calarsi ed identificarsi nelle frustrazioni dei personaggi; il contesto realistico e credibile ci rende partecipi di questa scelta più volte rimandata e ci costringe a restare fino alla fine insieme ai personaggi intrappolati in questo circolo vizioso. Come la Petra di Fassbinder è alla costante ricerca di amore sincero, ecco che gli attori di Casting sono alla costante ricerca di attenzioni. Ed è questa la chiave del film, la lotta per ottenere un lavoro. Un film basato sull’improvvisazione in cui viene estremizzato il doppio legame di attori che interpretano attori, senza una sceneggiatura vera e propria, ma solo con un canovaccio da seguire. “Mi recavo sul set e raccontavo agli attori cosa sarebbe successo ed iniziava in libertà la scena” – precisa durante la presentazione Wackerbarth. In effetti il film presenta una certa freschezza e spontaneità che permette di avvicinarci alla vicenza senza ostacoli.

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