Dickens

“The Man Who Invented Christmas – Dickens, L’uomo che inventò il Natale” di Bharat Nalluri

Nel 1843 Charles Dickens gode di un’immensa fama in seguito al successo di Oliver Twist. Purtroppo tre pesanti flop lo spediscono sull’orlo della bancarotta. Afflitto da una profonda crisi creativa, Dickens ritrova l’ispirazione dopo il breve incontro con un vecchio taccagno. Con sole sei settimane a disposizione per completare il nuovo romanzo, inizia così a scrivere quello che diventerà Canto di Natale. Durante la stesura del libro, i personaggi “prendono vita”, tra consigli e avvertimenti, dinanzi all’autore che ha finalmente l’occasione di fare i conti con il proprio tormentato passato, e in particolare con il rapporto conflittuale con il padre.

Togliamoci subito un sassolino dalla scarpa: Dickens – L’uomo che inventò il Natale (The Man Who Invented Christmas) non è un biopic memorabile. Lo si guarda, ci si diverte e probabilmente dopo mezz’ora già si dimentica. Non è L’ora più buia (Darkest Hour), per intenderci. Eppure in quell’ora e quaranta che gli occorre per raccontare la storia, il film riesce a coinvolgere lo spettatore, a conquistarlo con la sua bella dose di humour inglese e buoni sentimenti (non è una critica).

Ispirato all’omonimo romanzo di Les Standiford, il film è nato dal desiderio dei produttori di mostrare un periodo della vita di Charles Dickens poco noto ai più: gli eventi che portarono appunto alla creazione di Canto di Natale. A detta dei realizzatori, la fase di sceneggiatura si è svolta ispirandosi proprio alla maniera in cui lo stesso Dickens scriveva le sue storie, ovvero “parlando” direttamente con i personaggi. Un dettaglio che, come accennato precedentemente, trova spazio anche nel film.

Dickens e Scrooge

A dirigere il film è l’inglese di origine indiana Bharat Nalluri, già regista di molte serie tv. Nel corso della conferenza stampa ha ricordato come i libri di Charles Dickens fossero una sua passione fin da piccolo e, dal momento che la sua famiglia non festeggiava il Natale, di come abbia imparato il significato di questa festività proprio grazie a Canto di Natale. Si può quindi dire che Nalluri fosse la persona giusta per questo film e in effetti, pur senza eccellere, il regista ha compiuto un lavoro più che dignitoso. In particolare è stato abile nel mescolare con giusto equilibrio i toni da commedia e quelli drammatici.

Ma se il film può considerarsi riuscito il merito è anche del cast. Nalluri ha sempre pensato a Dickens come a una rockstar, e Dan Stevens (già visto in film come La bella e la bestia e The Guest) è riuscito ad infondere nel personaggio energia e vivacità. Ottimo anche Jonathan Pryce nel ruolo del padre dello scrittore, mentre un discorso a parte merita Christopher Plummer che brilla nei panni di Scrooge. L’attore premio Oscar ha avuto un ruolo molto attivo nella produzione, essendo stato chiamato quando ancora lo script doveva essere completato. Nalluri ha raccontato che Plummer era così assorbito dal progetto da presentarsi addirittura il primo giorno vestito come il suo personaggio (camicia da notte e candela in mano quindi).

Regista e produttori

Tuttavia la vera forza di The Man Who Invented Christmas sta nel ricordarci la grande lezione di Dickens. In Canto di Natale lo scrittore non parla tanto di feste e regali, quanto dell’importanza dell’altruismo e dell’umanità. Il film parla proprio di questo e dimostra anche come sia possibile cambiare, diventare migliori. Forse è proprio per questo messaggio di speranza che, secondo il regista, non saranno mai superflue le trasposizioni delle opere di Dickens. Il fatto che lo stesso Nalluri sia al lavoro su una serie tv incentrata sull’attività di Dickens come giornalista sembra confermarlo.

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