TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SULLO STREAMING (MA NON AVETE MAI OSATO CHIEDERE)

Nel lontano 2015, quando Amazon stava iniziando a metabolizzare il fatto di “produrre e distribuire film”, Netflix, con Beasts of No Nation, in concorso a Venezia, si confermava l’indesiderato disgregatore dell’industria cinematografica. I servizi streaming non erano più solo un’idea abbozzata di ciò che il futuro avrebbe potuto riservare: in pochissimi anni, hanno rappresentato – e rappresentano tutt’ora – un’enorme quantità di denaro investita per l’acquisto di spettacoli, film di successo e produzione di titoli originali. E poiché le statistiche che stanno dietro a tutto questo sono praticamente sconosciute, quanto (e come) gli abbonati si convertano in termini di fatturato rimane un mistero. 

Se per decenni il cinema ha combattuto con le unghie e con i denti qualsiasi interruzione del divario temporale tra l’uscita di un film in sala e la sua disponibilità in streaming e in DVD, la televisione, al contrario, ha storicamente beneficiato dei fattori che spingono le persone a rimanere a casa. Per un’industria dei media in graduale evoluzione, la vera incognita è quanto le paure alimentate dall’emergenza sanitaria di questi ultimi mesi influenzeranno l’investimento su realtà digitali e quali alternative esistenti ne risentiranno, sale cinematografiche comprese. 

Tra le molte domande che vedono noi amanti del cinema coinvolti nella riapertura delle sale, l’unica certezza è il risveglio di un disperato bisogno d’intrattenimento da divano. Risultato del districarsi in questa giungla di contenuti, una guida sincera – per non rimanere al verde se si dimentica di disdire il periodo di prova – alle piattaforme on demand.

Netflix – Non ha bisogno di grandi presentazioni: è il discount dello streaming, trae profitto dalla praticità e dalla familiarità. Vasto nella proposta (quasi 3000 titoli), sfama tutti gli appetiti, dal cinefilo al fruitore “casual”, senza vincoli di target. Non è chiaro quanto degli investimenti di Netflix in contenuti sia destinato al finanziamento dei titoli originali, ma sembrano esserne la principale fonte di guadagno. E nonostante l’offerta seriale sia al momento più forte (anche se qualitativamente disomogenea), le collaborazioni con registi come Alfonso Cuarón, i fratelli Coen, Steven Soderbergh, Martin Scorsese e ora anche Spike Lee, fanno intuire un cambio nella strategia di produzione, sancita dalle ultime conquiste nella corsa all’Academy. Costo – Ha recentemente eliminato il periodo di prova gratuita, offre tre pacchetti mensili (Piano Base a 7,99€, Piano Standard a 11,99€ e Piano Premium a 15,99€) con differenze nella qualità video e nella fruizione in contemporanea da più dispositivi.

Prime Video – Un altro grande magazzino dell’intrattenimento, incluso nel pacchetto Amazon Prime insieme ad altri servizi. A differenza di Netflix, eccezione fatta per i pluripremiati La fantastica signora Maisel e Fleabag, Prime Video non si distingue per gli Originals, ma per i contenuti (recentemente) acquistati. Tra le ultime novità, retrospettive su singoli autori: da Wim Wenders, Fassbinder, Bergman a Ken Loach, Peter Greenaway e tanto, tanto cinema italiano. Costo – Probabilmente il miglior rapporto qualità prezzo sul mercato: 3,99€ per il pacchetto mensile e 36€ per quello annuale. Comprende un’ulteriore offerta per studenti a 18€ all’anno fino alla laurea, dopo un primo periodo di prova di 90 giorni. Dal 28 aprile 2020 la piattaforma ha aggiunto il Prime Video Store, servizio di acquisto e noleggio da un catalogo di oltre 50.000 titoli.

Apple TV+ – Sembra meno un servizio di streaming e più un esperimento sociale per valutare esattamente quante persone siano disposte a pagare per il minor contenuto possibile. Tra le (poche) serie originali che si contendono il titolo di punta, Dickinson, incentrata sulla poetessa Emily Dickinson, Amazing Stories, che riporta in vita l’omonima serie tv di Spielberg, Storie incredibili e il più gettonato The Morning Show (qui un estratto in copertina), il dietro le quinte di un talk show mattutino con Steve Carell, Jennifer Aniston e Reese Witherspoon. Insomma, più giocatori si uniscono al conflitto, più le streaming wars si inaspriscono, ma Appletv+ non sembra gareggiare per aggiudicarsi un posto nell’olimpo dei servizi on demand. O almeno per ora. Costo – 4,99€ al mese, dopo una prova gratuita di sette giorni. Gratis per un anno all’acquisto di un nuovo dispositivo Apple. Più apprezzato il negozio virtuale per il noleggio e l’acquisto di film, incluso nell’app Apple TV.

Disney+ – Uno dei colossi che sfida a cielo aperto gli ormai affermati Netflix e Prime Video, la nuova piattaforma streaming lanciata da Disney in Italia il 24 marzo 2020 e probabilmente quella che ha fatto più gola a molti portafogli. Disney+ conosce il proprio punto di forza: se stesso. I grandi classici, Star Wars, il mondo Marvel, I Simpson (sì, Disney ha comprato la Fox). Non è un servizio generalista, è un marchio a sé stante che conosce il proprio pubblico e che riempie il proprio catalogo con prodotti immediatamente riconoscibili, senza dover rovistare tra i cespugli degli accordi di licenza locali. Costo – 6,99€ al mese o 69,99€ all’anno.

MUBI – Scovare le gemme in mezzo al sovraccarico di contenuti on demand rimane comunque un’impresa: ci sono troppi film e non c’è abbastanza tempo per guardarli. MUBI è un servizio di streaming con una prospettiva diversa sulla fruizione domestica: presenta 30 film alla volta, ognuno disponibile per 30 giorni. È l’equivalente più vicino all’esperienza cinematografica in termini di sensibilità temporale: in questo caso si sa di dover guardare un film prima che probabilmente scompaia dalla rete. Da pochi giorni, MUBI ha incluso una videoteca con centinaia di grandi classici e capolavori d’autore, proposti in rassegne diverse: tra i molti, i Modern Masterpieces, i Film Festival Favourites, film restaurati, la collaborazione con la Fondazione Prada e selezioni di film di singoli registi (Truffaut, Jonas Mekas, Chris Marker e tanti altri). Costo – MUBI offre un periodo di prova di una settimana e un costo mensile di 9,99€. É totalmente gratuito per gli studenti di cinema.

NOW TV – Servizio streaming di Sky suddiviso in quattro sezioni – Intrattenimento, Cinema, Kids e Sport – ognuna con il proprio prezzo. Consente la visione in diretta di alcuni dei canali di Sky, film di successo, show televisivi acclamati e poco altro. Il servizio risulta molto macchinoso e obbliga a scaricare ed installare un player per la riproduzione video; contenuti limitati e interfaccia disfunzionale si combinano in modo letale per una società che da anni primeggia nella pay-tv. L’unica cosa che salva NOW TV è la grande qualità degli originali Sky Studios, specialmente italiani (Gomorra, The Young Pope, Zero Zero Zero, Romanzo Criminale). Costo – 9,99€ al mese a scelta tra Cinema e Intrattenimento, 14,99€ per entrambi. Altri pacchetti più costosi se si vogliono aggiungere sport e contenuti per bambini. 

Lo streaming a pagamento prevale nella scelta dell’intrattenimento casalingo, ma molte altre piattaforme offrono cataloghi ricchi di contenuti. Per il noleggio: MioCinema (dedicato al cinema d’autore, sostiene allo stesso tempo sale cinematografiche di riferimento), CHILI, OpenDDB (rete distributiva di produzioni indipendenti europee con sezione streaming a offerta libera), Curzon, VVVID (molti contenuti gratuiti), Infinity e TimVision (comprendono anche l’opzione abbonamentocataloghi scarni e pacchetti costosi, da sfruttare per il mese di prova per poi darsela a gambe). Per i contenuti gratuiti: Raiplay, ARTE in Italiano (programmi d’informazione,  documentari, musica e spettacoli dal vivo), byNWR (film selezionati e recuperati da Nicolas Winding Refn), la Cineteca di Milano e anche Mediaset Play e Dplay (ma solo se volete farvi del male).

Noemi Castelvetro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *