Martedì 22 Novembre è stato presentato in conferenza stampa il film Nessuno ci può giudicare di Steve Della Casa e Chiara Ronchini, un binomio – questo – che rispecchia a pieno l’obiettivo del rockumentary, ovvero quello di mostrare il punto di vista dei giovani degli anni tra il ’58 e il ’68 attraverso gli occhi di una giovane montatrice con una grande passione per la narrazione per immagini e la Storia. Inoltre Steve Della Casa aveva già affrontato il tema di quegli anni, quando nel 1989 pubblicò un testo dal titolo Il professor Matusa e i suoi hippies con Paolo Manera; i musicarelli – spiega – nacquero con lo scopo di dare un volto a tutti quegli artisti che piacevano e che si ascoltavano in quel momento.
Per Chiara Ronchini – come dice lei stessa – il film è il racconto di una soggettività che esplode fuori dai cinegiornali che però la demonizzano, mentre invece i giovani vivendo proprio dentro quella esplosione la interiorizzano e la trasformano in una molla che sarà poi quella che fa scattare la loro coscienza politica: una dicotomia che ricorre per tutto il documentario. Il materiale d’archivio utilizzato è quello posseduto dall’Istituto Luce, dall’archivio privato dei Superottimisti e dalla casa di produzione Titanus. Durante la conferenza stampa sono state poste dai giornalisti alcune domande ai due registi, che vertevano sui loro gusti personali in fatto di musica: i due hanno saputo rispondere con la giusta carica di allegria e un pizzico di nostalgia. Steve Della Casa ha poi annunciato che sicuramente il film verrà distribuito – con una serie di extra – in dvd dall’Istituto Luce e probabilmente sarà anche proiettato in televisione.
Oltre ad una carrellata di video di tantissimi artisti degli anni Sessanta , vi è la partecipazione di Caterina Caselli, Tony Dallara, Ricky Gianco, Mal, Shel Shapiro, Piero Vivarelli, Gianni Pettenati e Rita Pavone. Quest’ultima ha presenziato alla presentazione del film nel cinema Reposi e ha dichiarato che è stato interessante partecipare a questo progetto che l’ha fatta tornare indietro nel passato. Inoltre – sostiene Rita Pavone – la sua carriera è nata quasi per gioco, un gioco che però le ha cambiato radicalmente la vita. Alla proiezione è seguito un dibattito con domande del pubblico e aneddoti raccontati dalla cantante sui suoi colleghi del mondo dello spettacolo.