In the Claws of Light è il titolo sotto il quale Davide Oberto ha raggruppato quattro film che compongono parte della sezione Italiana.corti. Un esplicito omaggio al cinema di Lino Brocka, regista filippino nonché uno dei massimi esponenti del cinema queer, scomparso prematuramente nel 1991 a causa di un incidente stradale.Il primo cortometraggio s’intitola Panorama ed è stato realizzato da Gianluca Abbate. Della durata di soli 7’, il lavoro di Abbate è un capitolo di una trilogia sulla città e la sua trasformazione. Alla base del corto vi è il concetto di junk space coniato dall’architetto olandese Rem Koolhaas. Lo spazio-spazzatura non è altro che quel luogo privo di ogni estetica che funge da centro economico. Vediamo una città infinita e distopica realizzata attraverso la computer grafica e l’assemblaggio di piccoli filmati amatoriali presi dal web.
Le cose da lontano è il documentario di Lucia Veronesi, la quale ha collaborato con l’antropologa Valentina Bonifacio che ha intervistato due donne paraguaiane (Maria e Gladys), finite in galera perché accusate di traffico illecito di cocaina. Le due donne restano un mistero perché non vengono mai inquadrate, al fine di non permettere la loro identificazione. Lo spettatore ascolta soltanto le loro confessioni. La regista italiana ha creato un tappeto d’immagini sulle quali ha inserito le voci delle donne, due vite scollate dalla propria anima. “La vita è una cosa che in un minuto cambia”.
Il terzo cortometraggio è Sinai – Un altro passo sulla terra di Alberto Gemmi ed Enrico Masi. Sinai, l’anziano protagonista, vive a Velo Grablje, un paesino su un’isola della Croazia. Questo luogo sembra scomparire nella nebbia, ai margini dell’Europa.
Chiude la rassegna Il mare di Guido Nicolas Zingari. In 37’ il regista ci mostra la vita nel villagio di Zooti, in Togo. Nasce un bambino, si lavorano i campi, si sente cantare un coro in una chiesa cattolica. Tra incantesimi e rituali voodoo, Agboessi, una studentessa di 24 anni, sta preparando l’esame di terza media sfidando, in una lotta impari, il proprio destino e la convinzione che tutto sia già prestabilito.