“I registi devono essere spietati altrimenti sono per il catering”
Alberto Signetto era sicuramente “spietato”. Amava paragonarsi a un rinoceronte perché era un “animale cocciuto, grosso, ingombrante e poco addomesticabile, infido…” e rappresentava la lotta al conformismo. Walking with Red Rhino – A spasso con Alberto Signetto, l’ultimo lavoro di Marilena Moretti, omaggia uno dei cineasti torinesi più sottovalutati.Le passioni di Alberto Signetto: Gottfried Benn e le sue poesie, Hölderlin, la filosofia di Bataille e l’amore incondizionato per il Cinema, quello con la lettera maiuscola. Questo è Walking With Red Rhino di Marilena Moretti, regista torinese la quale crea un documento unico, pervaso da un ottimismo catastrofico che diventa il testamento artistico di un genio del cinema sperimentale, scomparso a Gennaio di quest’anno. È il ritratto di una vita da bohémien fatta di sfratti, di interminabili viaggi, di tasche sfondate. In un mondo che fucila le sicurezze, Signetto viveva morendo.
Le riprese mostrano aspetti diversi della vita del regista: la sregolatezza, l’ironia e la tragedia di chi sopporta un male che divora l’anima. Con ingegnosità la Moretti inserisce nel suo film alcune sequenza di Signetto, così da ricordare i suoi lavori tra i quali cito Weltgenie, ambientato al Lingotto, che presenta una surreale teoria di personaggi che affollano l’esperienza esistenziale di Nietzche a Torino.
Walking with Red Rhino è un’opera proteiforme, fa sorridere ma quando si è vicini al finale diventa inevitabile non commuoversi e non amare questo videodiario del dolore.