Anni ’20. Accanto ad un lago, sperduta nelle campagne irlandesi, sorge una vecchia villa cadente, abitata dai gemelli Rachel ed Edward. La vita dei due giovani, stretti da un legame morboso, è quotidianamente assillata dalla maledizione che da generazioni regna sulla tenuta di famiglia. Ogni notte infatti, sinistre presenze – che abitano il fondo del lago – invadono l’abitazione, obbligando i gemelli a seguire delle precise regole: essere sempre a letto entro mezzanotte, non accogliere sconosciuti in casa, non tentare mai di scappare per non mettere a repentaglio la vita dell’altro. Mentre Edward è totalmente sottomesso e incapace di combattere per spezzare l’incantesimo, Rachel, compiuti ormai diciotto anni, è sempre più insofferente. Desidera scappare, ottenere finalmente la libertà e costruirsi una vita normale. Quando la ragazza si innamora del giovane veterano di guerra Sean e incomincia ad infrangere le regole, scoppierà una terrificante battaglia tra i protagonisti e le maligne creature della villa.
The Lodgers, secondo lungometraggio per il regista irlandese Brian O’Malley, è un horror gotico che trova il suo punto di forza proprio nella resa delle atmosfere e delle ambientazioni. Il regista, studioso specializzato in scultura, dimostra grande gusto estetico e riesce ad ottenere un lavoro dal forte impatto visivo. Girato nella vecchia Loftus Hall – considerata la villa più infestata di fantasmi di tutta l’Irlanda – con una buona cura degli ambienti e delle luci, questo horror riesce a essere suggestivo e generare la necessaria inquietudine. Allo stesso tempo però, la costruzione narrativa del film risulta un po’ scarna, lasciando nello spettatore la percezione che la storia fatichi a prendere il via, o che, al termine della proiezione, sia successo poco.
Obiettivi del film, come confermato dal regista in conferenza stampa, sono anche l’esplorazione della psicologia femminile e il tema dell’emancipazione. La protagonista, interpretata dalla brava Charlotte Vega, rappresenta quasi un’eroina che vuole liberarsi dai retaggi familiari e culturali per costruirsi un futuro con le proprie forze. L’emancipazione femminile diventa inoltre metafora della liberazione della stessa Irlanda, Paese che, nel 1920, deve lasciarsi alle spalle un passato doloroso, forgiarsi una propria identità e disegnare il proprio destino.
Anche se The Lodgers non è probabilmente il lavoro più originale nella sezione “After Hours” di questo TFF, è comunque un film che può essere apprezzato per la sua estetica gotica – poco comune nel cinema horror degli ultimi anni – e ricchezza visiva. Da consigliare agli amanti delle storie di fantasmi e di atmosfere da brivido.