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“M DE MÃES” DI LÍVIA PEREZ

Melanie guarda la partita di calcio sdraiata sul letto di schiena mentre si accarezza il pancione che ospita i gemelli Bernardo e Iolanda. Marcela, invece, segue l’incontro con molta più partecipazione e preoccupazione della moglie e, mentre ha gli occhi incollati allo schermo, sfrutta il momento per usare il tiralatte elettrico. Quando la sua squadra segna, l’esultanza è tale che la loro cagna, infastidita, decide di cambiare stanza.

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“RETRATROS FANTASMAS” by Kleber Mendonça Filho

Article by Fabio Bertolotto

Translation by Fabio Castagno


In Kleber Mendonça Filho’ debut film, O Som ao Redor (“Neighbouring sounds”, 2012), there’s a scene in which two people visit an abandoned cinema and the sound recalls films that used to be shown there in the past. Through this dimension, images manifest themselves as spectres that want to communicate with the living, echoing in crumbling and forgotten places. The last work of the Brazilian director, Retratos fantasmas (“Pictures of ghosts”) – presented at the International Documentaries Competition of the 41 st edition of the Torino Film Festival – is based on the same concept of returning images.

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“RETRATROS FANTASMAS” di Kleber Mendonça Filho

Nel film di esordio di Kleber Mendonça Filho, Il suono intorno (O Som ao Redor, 2012), c’è una scena in cui due giovani visitano un cinema abbandonato e il sonoro evoca i film che in passato venivano proiettati in quella sala. Attraverso la dimensione sonora, le immagini si manifestano come spettri, echeggiando in spazi fatiscenti e dimenticati, per comunicare con i vivi. L’ultima opera del regista brasiliano, Retratos fantasmas – presentato nel Concorso Documentari Internazionali alla 41ª edizione del Torino Film Festival – si basa su questa stessa idea di ritorno delle immagini.

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“MÃES DO DERICK” (MOTHERS OF DERICK) BY DÊ KELM

Article by Valentina Velardi

Translated by Francesca Cozzitorto

Presented in the International section of the festival, the film is about the life of a non-monogamous and unconventional family made up of a nine-year-old boy, Derick, Tammy’s biological son, and his other three mothers who raised him: Bruna, Shiva and Ana.

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“MÃES DO DERICK” (MOTHERS OF DERICK) DI DÊ KELM

Presentato nella sezione Internazionale.doc, il film mostra la vita di una famiglia non monogama e anticonvenzionale composta da un bambino di nove anni, Derick, figlio biologico di Tammy, e dalle altre tre madri che lo crescono: Bruna, Shiva e Ana.

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“CASA DE ANTIGUIDADES” DI JOÃO PAULO MIRANDA MARIA

Ancora prima delle immagini, è una luce bianca a suggerire le coordinate per la visione del film. Una luce che invade lo schermo e appare come un eccentrico sostituto del nero, su cui i titoli di testa scorrono al contrario, dall’alto verso il basso, suggerendo un percorso a ritroso. È proprio questo moto inverso lo spirito che muove Casa de antiguidades, del registra brasiliano João Paulo Miranda Maria, un’opera prima che guarda al passato per parlare del presente.

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“o beijo no asfalto” di murilo benicio

Un uomo sta morendo a San Paolo. È stato investito da un autobus e visione della gente accorsa è molto intensa. Un bacio sull’asfalto. Delicato, innocente, definitivo.

Ad esaudire quest’ultimo desiderio è Arandir, impiegato di banca e fedele marito. Sulla scena ci sono un giornalista scandalistico che intrattiene frequentazioni con la polizia e il suocero di Arandir.

La macchina del fango può partire.

Alla sua seconda esperienza da regista, Murilo Benìcio, noto in Brasile per alcuni ruoli in importanti telenovelas, dirige un’opera seconda di convincente e quasi inaspettata maturità, tratta dall’omonimo dramma di Nelson Rodrigues. Si tratta della terza trasposizione cinematografica del lavoro del drammaturgo pernambucano, che questa volta diventa una meta-narrazione che interseca teatro e cinema. Lunghe sequenze del cast che lavorano alla lettura del testo si alternano alle scene dell’universo diegetico, poi ancora macchina e operatori in campo e di nuovo quadri della totalità degli interpreti che provano lo spettacolo tra errori e risate. I limiti delle scene, come quelli dell’emotività dei protagonisti sono aleatori ed inconsistenti.

E Benìcio indaga il tutto con fare da reporter, con un bianco e nero giornalistico tra le vite dei suoi attori e le tragiche vicende dei “suoi” protagonisti.

L’opera è profondamente moderna e con forti assonanze con i drammi di Tennessee Williams: passioni intense e convulse guidano protagonisti insicuri e deboli che confezionano una colpa per giustificare le loro mancanze, mistificare la realtà e avvelenarla.

Così, anche un gesto leggero come quello di Arandir si trasforma in un becero scandalo del quale si nutrono le due figure tematiche fondamentali della condizione umana. Quella esterna, dell’istituzione, della polizia che è violenta, quasi malvagia, autoritaria nel controllo dell’opinione pubblica; e quella intima della famiglia che perde il suo statuto di focolare sicuro per diventare un luogo spaventoso dal quale fuggire.

Arandir è l’uomo moderno che rimane solo, abbandonato da chi dovrebbe aver cura di lui, per via di pregiudizi, in particolare quelli della società brasiliana che Benìcio racconta nella sua complessità e grande contraddittorietà.

“TEMPORADA” BY ANDRÉ NOVAIS OLIVEIRA

Article by: Fabrizio Spagna

Translation by: Emiliana Freiria

What clear shots this film has, and what natural colours, free from the aesthetical and lighting limitations that some works show. Temporada has a carioca soul, thanks to the vitality and the refinement that the viewer can feel and understand from the first images, while walking the boulevards on the hills of Contagem, a southern metropolis in Brasil, a huge and contradictory country.

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“TEMPORADA” DI ANDRÉ NOVAIS OLIVEIRA

Che belle immagini nitide, questo Temporada, e che colori sani, finalmente sciolti dai vincoli estetici e luministici che tanto cinema imbrigliano. Carioca, sì, nell’animo, con una vitalità e una leggerezza che fin dalle prime immagini si sente e si comprende, mentre si sale, sotto il sole, per i viali sui colli di Contagem, metropoli meridionale di quell’enorme stato contraddittorio che è oggi il Brasile. Continua la lettura di “TEMPORADA” DI ANDRÉ NOVAIS OLIVEIRA